Prove Invalsi 2023: sarebbero una delle dimostrazioni più nitide della crisi della scuola, secondo i lettori più attenti, e un grande bluff, secondo gli addetti ai lavori. Per le prove Invalsi i Cobas scioperano, ma ad aggregarsi alla manifestazione sono in pochi. Niente cambierà, anche questa volta. Ne abbiamo parlato ad Open Day, su Radio Cusano Campus, con Alex Corlazzoli, maestro, giornalista e scrittore, prossimamente nelle librerie con Lettera a una professoressa del nuovo millennio (BUR).

Prove Invalsi 2023: cosa sono?

Una ridicola messa in scena, per più motivi: tutti gli anni ci ritroviamo con il presidente dell’Invalsi, il direttore, e scopriamo che i risultati sono identici a quelli dell’anno precedente. Non solo. Si è pure scoperto che venivano copiati pezzi interi di relazioni dalle prove degli anni precedenti, e di fronte a questo il ministro di turno, che cambia come cambia il meteo si pronuncia dando soluzioni mai attuate – ha spiegato Corlazzoli – i docenti sono i primi a non crederci, ma sono costretti. Per i professori è impossibile opporsi ai presidi. Tant’è che sciopereranno soltanto i Cobas. Le altre sigle sindacali risultano assenti e in colpevole mutismo“.

Genitori assenti e lamentele ovunque, ma si continua a far finta di non sentire

Le prove si svolgono senza il coinvolgimento dei genitori, né prima né dopo i test, si continuano a spendere soldi. I maestri bluffanno perché aiutano i ragazzi durante le prove. Gli insegnanti sono contrari, si lamentano del dover correggere le prove senza stipendio aggiuntivo, ma nessuno si oppone: meglio ubbidire al preside, meglio che tutto venga fatto come il potere vuole – si è congedato Alex Corlazzoli – non è uscita mezza riflessione sul tema. I Cobas raccolgono poche centinaia di persone, poche persone aderiranno allo sciopero. Gli Invalsi sono un male, una prova che non porta a nulla, creano solo stress ai bambini. Ne parlo nel mio prossimo libro, dal 23 maggio potrete leggere le risposte degli studenti“.