Decreto Lavoro 2023 continua a far discutere, arrivano anche le parole di Riccardo Molinari capogruppo alla camera della LEGA che ha difeso strenuamente la misura annunciata dall’esecutivo. Il Carroccio è dunque pienamente schierato sul provvedimento annunciato da Giorgia Meloni e il cui testo è atteso a breve, un taglio del cuneo fiscale importante per Molinari ma soprattutto un’iniziativa che non lascia indietro i più deboli dato che ci sarà per gli inoccupabili un assegno sociale.

Decreto Lavoro 2023 Riccardo Molinari della LEGA, l’intervista video

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(Video a cura dell’inviato Diego Laudato)

Riccardo Molinari si ferma quasi malvolentieri a parlare dai cronisti che lo attendono fuori da Montecitorio, infatti il capogruppo alla camera accelera il passo ma trova comunque il tempo di difendere il Decreto Lavoro varato dall’esecutivo lo scorso 1 maggio 2023: “Mi sorprendono le critiche che arrivano da sinistra, il PD fa confusione. Il limite dei contratti determinati rimane quello del decreto dignità, rivendico quello che abbiamo votato. Dopo i 24 mesi non può essere rinnovato il contratto determinato. Cambiano le causali, il limite è quello”. L’esponente leghista dunque smentisce le parole dell’opposizione ed in particolare di Fassino per il PD, che aveva parlato del decreto come di un maquillage politico.

Reddito di cittadinanza e assegno sociale

Molinari interviene anche sulla questione relativa al reddito di cittadinanza, pesantemente ritoccato dal decreto lavoro: “È stato rimodulato differenziandolo tra inoccupati e inoccupabili. Questi ultimi riceveranno un assegno sociale pari al reddito di cittadinanza, mentre per gli occupabili viene ridotto e vincolato alla ricerca fattiva del lavoro”, mentre sull’estensione della soglia dei voucher rivendica che non aumenterà la precarietà “I voucher sono stati reintrodotti in alcuni settori in legge di bilancio, sono stati introdotti in alcune attività che hanno bisogno di incrementi stagionali. Ora aumentiamo la soglia da 10 mila a 15 mila euro, ma non abbiamo esteso la platea. Il tesoretto di 3 miliardi e mezzo lo abbiamo investito nel mettere più soldi in tasca ai lavoratori contrastando inflazione e caro vita. Questa è stata una scelta frutto di una manovra economica politica ben precisa “.