Decreto Lavoro 2023 al centro del dibattito politico, sono arrivate anche le parole di Piero Fassino esponente di lungo corso del Partito Democratico. L’ex sindaco di Torino ha parlato con i cronisti tra cui TAG24 all’uscita di Montecitorio, esponendo tutte le sue perplessità sulle indiscrezioni fatte trapelare dall’esecutivo sul decreto il cui testo non è però ancora arrivato sui banchi dell’opposizione. Una voce di protesta che già era arrivata nelle ultime ore dal Terzo Polo e dal M5S, tutti concordi nel definire il salario minimo come una priorità specie alla luce del confermato taglio del reddito di cittadinanza. Andiamo ad ascoltare le parole di Piero Fassino.

Decreto Lavoro 2023 Piero Fassino all’attacco del governo, l’intervista video

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(Video a cura dell’inviato Diego Laudato)

Piero Fassino si sofferma sugli aspetti più negativi del nuovo decreto lavoro annunciato dal governo nella giornata del 1 maggio 2023: “È un’iniziativa deludente. Non dà nessuna risposta seria sull’occupazione femminile, che In Italia è a 10 punti in meno rispetto al livello europeo, ma peggiora anche le condizioni del lavoro giovanile allargando le maglie del precariato. Il Governo parla del Taglio del cuneo fiscale, ma è minore di quello fatto dai governi di Renzi e Draghi. Gli aumenti dei salari sono di soli 50 euro al mese”. Poi la stoccata all’annuncio in pompa magna tramite un video della Meloni: “Il governo fa un’opera di maquillage comunicativo, ma la gente non è stupida e toccherà con mano che il miracoloso taglio non esiste”.

Le proposte del PD, dal salario minimo ai diritti essenziali

“Le nostre proposte sono ben chiare”, sottolinea Piero Fassino ribadendo aspetti già espressi anche dalle altre opposizioni come Azione con Carlo Calenda nella giornata di ieri “Chiediamo un salario minimo che rafforzi la tutela dei lavoratori e le contrattazioni sindacali. In secondo luogo chiediamo provvedimenti al fine di riorganizzazione del mercato per garantire la non precarietà e i diritti essenziali anche per i lavori flessibili. Il lavoro non è soltanto il mezzo con cui uomo e donna cercano di procacciarsi cosa gli serve per vivere, ma è un elemento identitario e deve essere degno per tutti”.