Chi è Roman Protasevich? Ex giornalista, Protasevich è noto per aver avuto un ruolo chiave nelle proteste di piazza organizzate contro il regime di Aleksandr Lukashenko nel 2020, come redattore di un noto organo di informazione indipendente della Bielorussia. Per questo motivo un tribunale del Paese lo ha ora condannato a 8 anni di reclusione. A riportarlo sono i media locali, che fanno sapere che, oltre a lui, sarebbero stati condannati anche altri due dissidenti, Stepan Putilo e Yan Rudik. L’attivista era stato arrestato e imprigionato nel 2021, dopo il dirottamento dell’aereo di linea su cui viaggiava alla volta della Lituania da parte delle autorità bielorusse.
Chi è Roman Protasevich, il giornalista e dissidente condannato a 8 anni di carcere in Bielorussia
Protasevich è stato condannato a 8 anni di reclusione perché ritenuto colpevole di aver “lanciato pubblicamente appelli a rovesciare il potere, a commettere atti di terrorismo e aver diffuso fake news sul capo di Stato” attraverso il canale Telegram di opposizione Nexta (“qualcuno”), il media bielorusso di cui era fondatore e redattore, fortemente implicato nelle proteste di piazza organizzate contro il presidente Lukashenko nel 2020. Si trova in carcere dal 2021, quando, per ordine del presidente, il volo passeggeri su cui viaggiava – diretto in Lituania dalla Grecia -, fu dirottato verso Minsk, dove l’allora 26enne venne arrestato. Da allora si trova in un carcere della capitale. In un video girato all’interno della struttura detentiva a pochi mesi dal fermo, aveva fatto sapere di stare bene e di rischiare fino a 15 anni di detenzione per le sue azioni.
La sua colpa, stando a quanto riportato dai media locali, sarebbe quella di aver lavorato per Nexta, un organo di informazione indipendente del Paese, diventato un punto di riferimento per la libera circolazione delle notizie, soprattutto nel 2020, in concomitanza con la rielezione del presidente uscente. Allora il canale, di cui Protasevich era redattore, si fece carico di supportare l’organizzazione delle manifestazioni contro il regime di Lukashenko, accusato di aver manipolato le elezioni al fine di poter ottenere un ulteriore mandato presidenziale (il sesto, dal 1994) e di aver oscurato tutte le app di messagistica più importanti nel tentativo di impedire le rivolte. Oltre a lui, sarebbero stati condannati anche altri due redattori del sito, Stepan Putilo e Yan Rudik, rispettivamente a 20 e 19 anni di carcere.
L’arresto nel 2021
Diventato attivista fin da giovanissimo, Roman Protasevich era già stato arrestato perché gestiva dei gruppi antigovernativi su Facebook, quando aveva appena 17 anni. Dopo aver lavorato per qualche anno come fotografo, aveva vinto una borsa di studio per il giornalismo indipendente, facendosi strada in questo campo. Dai canali di Nexta, seguiti da oltre 1 milione di persone, aveva iniziato a lanciare appelli per la liberazione dei dissidenti arrestati – oltre 400, al momento del suo fermo -, mettendo sotto accusa i poteri forti e finendo nella lista degli oppositori stilata dal regime, con l’accusa di essere un “terrorista”.
Come molti altri attivisti viveva all’estero, facendo la spola tra la Polonia e la Lituania, dove l’aveva raggiunto una richiesta di estradizione rifiutata dal Paese ospitante. Poi, nel 2021, il volo Ryanair su cui era salito ad Atene era stato dirottato in Bielorussia con la scusa di un allarme bomba, rivelatosi infondato. Scendendo dall’aereo, Protasevich era stato tratto in arresto insieme alla sua fidanzata, l’attivista Sofia Sapega. Un’azione che aveva provocato lo sdegno delle Nazioni occidentali che, in risposta, avevano applicato nuove sanzioni contro il regime, chiedendo la liberazione dei dissidenti, ma senza conseguenze positive: alla fine, Sapega è stata condannata a 6 anni di carcere nel 2022; ora è stata la volta del compagno.