Reddito di cittadinanza, salta il limite dei sette mesi stabilito dalla legge di Bilancio 2023 per i percettori. Sarebbe contenuta nella bozza del decreto “Lavoro” il parziale dietrofront del governo guidato da Giorgia Meloni sull’indennità a favore dei nuclei che perderanno il reddito di cittadinanza dopo il pagamento di luglio prossimo. Continuare a percepire il sostegno, in ogni modo, comporterà qualche adempimento a carico delle famiglie beneficiarie. Intanto, insieme al decreto del 1° maggio 2023 e alle assunzioni agevolate dei Neet entro i 36 anni di età, trova attuazione uno dei criteri obiettivo dell’ultima Manovra: quello del far proseguire gli studi ai giovani che non abbiano terminato le scuole dell’obbligo.

Reddito di cittadinanza salta limite sette mesi: ecco le ultime novità dal decreto ‘Lavoro’

Potrebbe saltare il limite dei sette mesi del 2023 della fruizione del Reddito di cittadinanza. A prevederlo dovrebbe essere una norma inserita nel decreto “Lavoro” del quale non si conoscono a fondo ancora i contenuti. Secondo indiscrezioni, il Reddito di cittadinanza dovrebbe continuare a essere percepito dalle famiglie con all’interno componenti over 60 anni, minorenni o disabili fino alla fine dell’anno. La norma del decreto del 1° maggio andrebbe a modificare i due commi della legge di Bilancio 2023 che stabilivano il tetto di pagamento dell’indennità fino alla mensilità di luglio 2023. L’estesa fruizione del Reddito di cittadinanza, tuttavia, comporterà alcuni adempimenti a carico delle famiglie beneficiarie. Sarà necessario, infatti, che entro luglio prossimo i nuclei debbano essere presi in carico dai servizi sociali, dal momento che non risultano “occupabili”.

Reddito di cittadinanza salta limite fino a luglio 2023: chi potrà beneficiare ancora dell’indennità?

Assieme alla norma di allungamento della fruizione del Reddito di cittadinanza, arrivano novità anche sul fronte della formazione dei giovani che non lavorano e non studiano. L’incentivo contenuto nel decreto “Lavoro” di assunzione dei Neet con lo sconto del 60 per cento sui costi delle nuove immissioni a lavoro sarebbe accompagnato anche dalla leva della riqualificazione e dell’istruzione. Tra i fondi in arrivo a tal proposito, è da sottolineare l’arrivo di ulteriori 500 milioni di euro a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), destinati ai giovani da 18 a 24 anni che abbiano conseguito al massimo il titolo di terza media.

L’utilizzo dei fondi sarà regolato dal nuovo decreto “Istruzione Lavoro”, in via di adozione entro il mese di giugno prossimo. Le risorse si aggiungono ad altri 500 milioni di euro già arrivati per essere utilizzati durante l’anno scolastico in corso con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica.

Formazione fino alla maturità dei giovani che non studiano e non lavorano: le novità in arrivo

Con l’approvazione del provvedimento di giugno, a partire dal prossimo anno scolastico i fondi saranno smistati probabilmente tra i Centri provinciali per l’impiego degli adulti (Cpia) che dovranno utilizzarli per riportare gli adulti sui banchi di scuola. L’obiettivo è far arrivare almeno alla maturità la maggior parte dei giovani che oggi ha al massimo la terza media. In un più complessivo progetto, i fondi potrebbero integrarsi al rilancio degli istituti professionali e tecnici nell’ottica di una più stretta collaborazione tra le scuole e il mondo del lavoro. È questa l’idea del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.

Fondi per l’istruzione e la qualificazione professionale

Con i 500 milioni di euro in arrivo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato in tutto 1,5 miliardi di euro per contrastare l’abbandono scolastico. A integrazione delle Missioni del Pnrr, il governo sta procedendo nella direzione di assicurare la formazione a una platea di 820mila giovani, nell’ottica di ridurre il tasso di abbandono scolastico al 10,2 per cento entro il 2026. Tra i sostegni a favore dei giovani è necessario ricordare che la nuova programmazione dei fondi europei 2021-2027, di fatto metterà in soffitta la vecchia Garanzia giovani, per puntare su altri programmi che dovranno avere come obiettivo quello di aumentare il sostegno ai Neet del 10 per cento.

A tal proposito, si ricorda che i nuovi strumenti del settannato prevedono finanziamenti di progetti a favore della formazione e dell’inclusione giovanile da reperire tra i programmi Fondo sociale europeo Plus (Fse+), Occupazione giovani, Fondo aiuti europei indigenti e Programma per l’occupazione e l’innovazione sociale. In tutto, le risorse fino al 2027 saranno pari a 28,6 miliardi dei quali 13,83 miliardi dovranno essere assicurati dal governo e dagli enti locali nella politica di cofinanziamento delle risorse strutturali.