Decreto Lavoro 2023 arrivano anche gli attacchi di Carlo Calenda al Governo Meloni. Il Dl approvato nella giornata di ieri 1 maggio non scontenta solo i sindacati, ma anche le opposizioni con il leader di Azione che ha ribadito ai cronisti tra cui TAG24 che quanto fatto è troppo poco. In particolare il taglio del cuneo fiscale, che la premier definisce come uno dei più alti di sempre, per l’ex candidato sindaco di Roma è invece uno dei più bassi e non sufficiente.
Decreto Lavoro 2023 Calenda intervista video
[bbvideo id=5506620]
Carlo Calenda spiega ai cronisti come il governo Meloni stia mentendo sul taglio del cuneo fiscale: “Non è il più grande che ci sia mai stato, anzi è uno dei più bassi e più estemporanei fino alla fine dell’anno“, ma sottolinea come l’iniziativa dell’esecutivo non debba essere bocciata a priori “Questo taglio è comunque è un dato positivo, non possiamo contestarlo a priori anche perché ci lamentiamo sempre delle tasse sul lavoro sono troppo alte. Detto questo possiamo sottolineare come manchi completamente una parte di provvedimento che noi abbiamo anche suggerito: serve un rafforzamento delle agenzie private insieme all’aumento del salario minimo. Noi abbiamo proposto da farlo insieme ai sindacati per non diminuire la contrattazione collettiva speriamo, che ci sia possibilità di discuterne”.
Il leader di Azione sul reddito di cittadinanza spiega che va ridotto e non eliminato: “Siamo favorevoli a ridurlo per chi è in grado di lavorare. È uno strumento pagato da altri lavoratori, bisogna fare attenzione quando si spendono soldi pubblici. Nel frattempo insieme al taglio del reddito penso che vada alzata la paga del salario minimo. Noi presenteremo queste iniziative in parlamento per portarlo a 9 euro l’ora, in questo modo il decreto lavoro può diventare un boom”.
Intervista a Matteo Richetti di Azione video
[bbvideo id=5506650]
Oltre a Carlo Calenda per Azione è intervenuto anche Matteo Richetti: “Il decreto lavoro potremo discuterlo quando avremo un testo, per ora c’è solo l’annuncio della premier. Emerge però un primo grande aspetto: se dividi in abili e non abili a lavoro bisogno affiancare lo strumento del salario minimo. Il Reddito di Cittadinanza rischia di essere superiore al salario di 3-4 euro l’ora”, poi sbugiarda il governo sulla volontà di prolungare al 2024 il taglio del cuneo fiscale “Questa è la seconda puntata dopo quanto visto con il Def su cui il governo è andato sotto. Il taglio non partirà da maggio, , infatti sarà da luglio a dicembre con un importo totale invariato. Rischia di essere una misura spot e che nel 2024 rischia di costarci il doppio essendo su 12 mensilità”.