Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico al DL lavoro 2023, con le opposizioni all’attacco del decreto approvato dal governo. Tra le accuse c’è chi afferma che il governo dica falsità, chi dichiara che questo DL favorirà il precariato e chi accusa che metterà a rischio la stabilità economica e sociale.

Ecco le parole dei politici a seguito del nuovo decreto legge.

Renzi: “Meloni dice il falso, questo non è il taglio di tasse più importante degli ultimi decenni”

Matteo Renzi ha posto l’accento su come Giorgia Meloni abbia enfatizzato troppo il taglio delle tasse sul lavoro, ricordando l’impatto che ebbero i suoi famosi 80€.

Ieri la Meloni ha voluto esagerare. Felice per aver tagliato di quattro miliardi le tasse, si è lanciata in una spericolata affermazione: abbiamo fatto il più grande taglio di tasse degli ultimi decenni. È un’affermazione palesemente falsa. Glielo abbiamo fatto notare sui social immediatamente ma questo non ha impedito che tutti i TG riportassero la frase sul più grande taglio di tasse degli ultimi decenni. Purtroppo la verità è che la realtà cede il passo alla ideologia, alla narrazione, alle falsità. I numeri non contano. La Premier Meloni taglia 4 miliardi di tasse sul lavoro e dice che questo è il taglio di tasse più importante degli ultimi decenni. Falso! Per fare esempi: gli 80€ valevano 10 miliardi all’anno, la cancellazione IMU prima casa 4 miliardi, l’IRAP costo del lavoro 6 miliardi. Vi risparmio tutto il resto dall’Ires a Industria 4.0 alle tasse per il mondo agricolo. La Meloni taglia 4 miliardi una tantum ed esulta, noi abbiamo tagliato in silenzio 25 miliardi all’anno. Giorgia Meloni non ha litigato solo con la politica: ha litigato prima di tutto con la matematicq

De Luca (PD): “È a rischio la tenuta economica e sociale”

Per De Luca questo decreto metterà a forte rischio la coesione sociale del Paese: nonostante ci siano misure condivisibili secondo il membro del Partito Democratico il DL getta fumo negli occhi ai cittadini.

Quello del governo è un decreto propagandistico che getta fumo negli occhi del Paese e prende in giro gli italiani, aumentando la precarietà e la povertà. Il taglio del cuneo fiscale pur essendo una misura condivisibile sulla carta, di fatto è, nell’ammontare previsto, assolutamente insufficiente per recuperare la perdita del potere d’acquisto degli italiani generato dall’inflazione. Tra l’altro siamo di fronte ad una misura spot, limitata nel tempo, quando ci vorrebbe un taglio strutturale come da più parti richiesto. Non ci sono inoltre in questo decreto risorse per l’aumento dei contratti pubblici nè per il sostegno a quelli privati. E sopratutto non si affronta il vero nodo, che resta irrisolto, dei circa 4 milioni di lavoratori poveri per i quali sarebbero necessari una legge sulla rappresentanza che consenta di mettere al bando contratti pirata e l’introduzione del salario minimo che intervenga laddove la contrattazione collettiva non arriva. Se a questo si aggiungono la liberalizzazione dei contratti a termine, l’aumento dei voucher e lo smantellamento del reddito di cittadinanza si capisce quanti siano i rischi per la tenuta economica e per la coesione sociale del Paese che questo provvedimento determina

Silvestri (M5S): “L’idea del lavoro della Destra è opposta alla nostra. Faremo tutto quel che è nelle nostre possibilità per impedire questo scempio”

All’attacco anche il Movimento 5 Stelle, che si oppone fermamente al decreto, sostenendo che l’idea del lavoro del governo è totalmente contraria a quella dei 5 stelle.

Quello che il governo ha chiamato ‘dl Lavoro’ è a tutti gli effetti un ‘dl Precariato’ visto che aumenta a dismisura la precarietà e rende ancora più difficile per i giovani stabilizzarsi e pensare di crearsi quella famiglia che a questa Destra è cara solo a parole”, afferma Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera. La sceneggiata messa in piedi per il 1 Maggio è stata a dir poco oltraggiosa. Con i provvedimenti varati dall’esecutivo Meloni, oltre al colpire il reddito di cittadinanza, si sono adottate delle misure volte a creare un esercito di schiavi da sottopagare, umiliare e privare della dignità. L’idea del lavoro della Destra è questa, ed è diametralmente opposta alla nostra. Faremo tutto quel che è nelle nostre possibilità per impedire questo scempio

Reazioni DL lavoro 2023, parla anche il senatore PD Boccia

Il senatore Boccia si espone fortemente a sfavore sostenendo che più che un decreto quello di ieri sia un attacco al mondo del lavoro.

Quello approvato ieri dal Cdm non è un decreto per il lavoro, ma un attacco al mondo del lavoro, uno schiaffo alla povertà, un insulto al futuro dei giovani. L’estensione dei voucher e la liberalizzare dei contratti a termine è l’esatto contrario di ciò che serve. Perché quei contratti vanno limitati, serve una legge sulla rappresentanza e un salario minimo. Aumentano la precarietà e vogliono far passare la tesi che si fa l’interesse delle imprese precarizzando il lavoro e invece, purtroppo, si crea un fossato tra le imprese in difficoltà che si aggrappano a qualsiasi possibilità pur di sopravvivere e quelle che invece si rifiutano comunque di sfruttare la precarizzazione del lavoro. È un governo che colpisce il reddito di cittadinanza, e con altri provvedimenti taglia 330 milioni di supporto per gli affitti, e pensa che con gli incentivi fiscali si combatta la denatalità. Che orizzonte viene disegnato per i giovani? Precarietà, lavoro povero e insicurezza sociale. Sul lavoro servirebbe una vera riduzione delle tasse sul lavoro attraverso una redistribuzione del prelievo fiscale. Invece la Meloni da una parte strizza l’occhio agli evasori e dall’altra taglia il cuneo fiscale per soli 5 mesi. La verità è che questa destra non combatte la povertà ma prende a schiaffi chi non ce la fa