Stop a programmi tv e film. Migliaia di sceneggiatori hanno incrociato le braccia, dopo che la trattativa per il rinnovo dell’accordo sindacale non è andato a buon fine. Da martedì quindi lo sciopero degli sceneggiatori Usa di Hollywood.
Proprio il mese scorso, il 98 per cento dei membri della Writers Guild of America aveva votato a favore dello sciopero, in caso non fosse stato raggiunto l’accordo del contratto prima della data di scadenza, prevista per lunedì 1 maggi alle 23.59 (alle 8.59 di martedì 2 maggio in Italia). Ma già domenica all’orizzonte si vedeva lo sciopero, visto l’enorme distanza che separava le due parti, riporta la Cnn.
E così le trattative tra il sindacato degli sceneggiatori con gli studios e i produttori di streaming sono fallite. Le contrattazione prevedeva un miglioramento della retribuzione e altre condizioni di lavoro. I membri del consiglio di amministrazione della Wga “agendo in base all’autorità concessagli dai loro membri, hanno votato all’unanimità l’indizione dello sciopero“, a partire dalla mezzanotte di martedì 2 maggio, ha twittato l’organizzazione.
The Board of Directors of the @WGAwest and the Council of the @WGAeast, acting upon the authority granted to them by their memberships, have voted unanimously to call a strike, effective 12:01 AM, Tuesday, May 2.
— Writers Guild of America West (@WGAWest) May 2, 2023
Usa, chi sono gli sceneggiatori in sciopero
Oltre 11mila sceneggiatori della Writers Guild of America si fermeranno per lo sciopero. Questo è un evento storico: l’ultima volta era successo nel 2007. Lo sciopero potrebbe mettere in ginocchio l’industria televisiva americani, con lo stop a molti programmi e i ritardi che potrebbero colpire l’inizio di nuove stagioni di altri programmi. Infatti, tra gli studios coinvolti ci sono anche la Walt Disney Co e Netflix Inc, riporta la Reuters. L’ultimo sciopero era durato 100 giorni, con un costo per le casse della California di oltre 2 miliardi di dollari.
La Wga sta negoziando con l’Aliante of Motion Pictures and Television Producers, che rappresenta Amazon, Apple, Cbs, Disney, Nbc Universal, Netflix, Paramount Global, Sony e Warner Bros.
“Anche se abbiamo manifestato l’intenzione di fare un accordo equo le risposte degli studios alle nostre proposte sono state del tutto insufficienti, data la crisi che gli scrittori stanno affrontando“, si legge in una dichiarazione della leadership sindacale, come riporta la Cnn. “Hanno chiuso la porta alla loro forza lavoro e l’hanno aperta alla scrittura come professione interamente freelance. Nessun accordo del genere potrebbe mai essere contemplato“.