Dal reddito di cittadinanza alla palette universale. Il dibattito negli ultimi giorni si è colorato di sfumature mai viste. Ne sanno qualcosa gli armocromisti italiani che, grazie all’intervista di Elly Schlein, hanno visto crescere a dismisura il loro fatturato. La sinistra così passa dalla storica analisi della sconfitta, all’analisi del colore. Il tutto sulle colonne di Vogue, non di certo de L’Unità.
L’armocromia di Schlein
Se ciò che tutti ricordano di una lunga intervista il nome di Enrica Chicchio, la consulente d’immagine della segretaria Dem, e nulla più allora c’è un problema. Eppure la stessa segretaria, dopo la sua vittoria, aveva ribadito che il suo look non era uno dei problemi del Paese. E invece, lo è diventato. Un problema. Di comunicazione in primis. Forse allora fanno bene a sottolineare i loro detrattori che il PD-A, il nuovo partito dell’armocromia, debba ripartire dai temi, dalle piazze, dal contatto con i territori che fecero la fortuna dell’allora PD.
La satira e l’ironia di De Luca
Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di un punto stampa trasmesso in diretta, non ha risparmiato una pizzicata alla segretaria del suo partito Elly Schlein sul tema dell’armocromia:
Abbiamo appreso da un’intervista rilasciata dall’onorevole Schlein, che la stessa si avvale della consulenza di una armocromista, cioè di una esperta che consiglia la scelta dei colori nell’abbigliamento. Un’armocromista che si fa pagare 300 euro all’ora. La signora si chiama Enrica Chicchio. «Cacchio», verrebbe da dire”. (…) “Io vorrei suggerire una cosa all’onorevole Schlein: se mi paga la metà di quanto prende Enrica Chicchio io sarei in grado di proporre un risultato dal punto di vista cromatico anche migliore.” (…) “Facevamo (da sindaco, ndr) lo studio sulle facciate dei palazzi del centro storico e nelle aree più rappresentative della città. Era il piano dei colori. Io sarei in grado di proporre un risultato cromatico di gran lunga migliore rispetto alla Chicchio. Comunque siamo moderni e possiamo esserne lieti. Personalmente ho avuto un movimento di commozione davanti a questa notizia. Noi che siamo modesti artigiani della politica, noi che non siamo moderni e non veniamo neanche da famiglie facoltose rimaniamo impegnati e interessati sulle cose che riguardano banalmente la vita degli esseri umani di carne e ossa“.
La politica delle persone
Oppure, leggendo da un altro punto di vista il Vogue-gate, è la politica a doversi rendere conto che c’è una vita oltre le cariche. Sono lontani gli anni di Aldo Moro in cui il leader DC era ritratto in spiaggia vestito in giacca e cravatta, portando il simbolo della politica in riva al mare. Adesso c’è una maggiore attenzione – e critica – anche alle vicende extrapolitiche e più private di parlamentari e ministri. Così, alla gogna mediatica vengono portati un po’ tutti. La consulente cromatica, il segretario donna, il leader in vacanza, il ministro e la sua nuova fiamma, la premier in viaggio con sua figlia. In fondo, se poi tutti siamo un brand, la prima regola del mondo pubblicitario è bene o male purché se ne parli.