“Il più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni”: con queste parole Giorgia Meloni festeggia e presenta l’approvazione del dl lavoro. Partorito da un consiglio dei ministri durato circa un’ora e mezza e convocato, tra mille polemiche, la mattina del primo maggio.
Dl lavoro cosa prevede
Niente conferenza stampa al termine del Cdm per la premier. Meloni preferisce affidare a un video sui social e a una nota del ministero dell’Economia l’illustrazione del nuovo decreto, finanziato dai 3,4 miliardi dello scostamento di bilancio approvato dal Parlamento insieme al Def.
- Il Tesoro fa sapere che lo sgravio contributivo, a beneficio dei lavoratori, viene elevato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25 mila euro e dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. Questo porterà un aumento in busta paga stimato, tra luglio e dicembre, fino a 100 euro mensili.
- Sale di altri quattro punti il taglio del cuneo fiscale per il periodo da luglio a novembre di quest’anno, rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio. Portato a 3mila euro il tetto dei fringe benefit, ma solo per i lavoratori con figli.
- Addio al Reddito di cittadinanza, in arrivo dell’Assegno di inclusione dal primo gennaio 2024. La misura si rivolge alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e potrà arrivare a 500 euro al mese, cui aggiungere 280 euro mensili se si vive in affitto. Erogato per diciotto mesi, l’assegno potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per ulteriori di dodici mesi.
- Per la categoria dei cosiddetti occupabili sarà possibile dal primo settembre 2023 partecipare a corsi di formazione, qualificazione professionale o a progetti utili alla collettività. Ricevendo contestualmente un beneficio di 350 euro, per dodici mesi non rinnovabili.
- Capitolo voucher. Si alza la soglia delle cosiddette prestazioni di lavoro occasionale da 10mila a 15mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento.
- Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati.
- Potenziamento dell’attività di accertamento di elusioni e violazioni in ambito contributivo e della riscossione degli importi omessi e promozione dell’adempimento spontaneo degli obblighi contributivi. Si potenzia la capacità di controllo e verifica dell’INPS, consentendo all’ente accertamenti d’ufficio mediante la consultazione di banche dati non solo dell’Istituto, ma anche di altre pubbliche amministrazioni.
- Si eliminano i limiti percentuali relativi alle assunzioni con il contratto di apprendistato in regime di somministrazione e quelli quantitativi in caso di somministrazione a tempo indeterminato di specifiche categorie di lavoratori (lavoratori in mobilità, soggetti disoccupati non del settore agricolo).
- Meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno e non oltre i 24 mesi, per quanto riguarda i contratti a termine. L’obiettivo dell’intervento del governo “non era certo rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative”. Così ha detto la ministra del lavoro Calderone al termine della riunione a Palazzo Chigi.
Schlein: “Il decreto lavoro è un decreto povertà e precarietà”
Parole che non bastano a placare gli animi delle opposizioni e dei sindacati. “Non indietreggeremo di un metro. Valuteremo le risposte senza preclusioni, ma anche senza fare sconti”, dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, dal palco del primo maggio. Non è questa la direzione giusta secondo la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che da Portella della Ginestra, ribattezza il provvedimento del governo “decreto povertà e precarietà”.