Cocullo Festa dei Serpari 2023: si rinnova anche quest’anno il tradizionale appuntamento per la festa dedicata a San Domenico Abate e ai serpenti. Oggi 1º maggio, con l’accoglienza dei pellegrini e la Santa Messa si aprono le celebrazioni, sia religiose che civili, nel piccolo borgo in provincia de L’Aquila.

Cocullo Festa dei Serpari 2023: il programma

Il ‘Serparo’ è la figura principale del rito: raccoglie infatti i serpenti (non velenosi) che adornano la statua del Santo, esposta in processione sulla piazza di Cocullo.

Sono previste celebrazioni sia religiose che civili, anche in caso di maltempo. Ecco gli appuntamenti religiosi:

  • ore 8: Santa Messa;
  • ore 9:30: Santa Messa per i pellegrini;
  • ore 11: Santa Messa solenne presieduta da S.E. Mons. Michele Fusco, vescovo di Sulmona/Valva;
  • ore 12:00: processione con i serpari;
  • ore 18: Santa Messa e bacio della reliquia.

Di seguito invece il programma civile:

  • ore 9: accoglienza delle compagnie dei pellegrini;
  • ore 10:30: corteo in costume e offerta dei ciambellati;
  • ore 16:30: riconoscimento ai serpari;
  • ore 21:30: concerto bandistico lirico-sinfonico con la premiata banda Regione Lazio.

Trenitalia ha potenziato il servizio con fermate straordinarie e treni speciali sulla tratta Roma-Pescara per la stazione di Cocullo. E’ possibile consultare il sito per la programmazione aggiornata. Inoltre, per chi deciderà di raggiungere il borgo in auto oppure in pullman, sarà attivo un servizio navetta gratuito dalle ore 8 fino a fine manifestazione. Per i camper l’area di sosta è in via Santa Maria in Campo (Strada provinciale 60).

Festa dei Serpari, la storia

Il 1 maggio di ogni anno si celebra a Cocullo questo rito molto antico, diventata una celebrazione sia sacra che profana. Infatti la devozione per San Domenico Abate, protettore dal mal di denti, dai morsi velenosi e dalla rabbia, si mescola con il rito dei serpari. Che in realtà inizia già dalla fine di marzo, quando si recano in montagna per andare a caccia di serpenti non velenosi, da esibire durante le celebrazioni. I serpari continuano a seguire le tecniche tramandate dai loro antenati.

Ma da dove nasce questa festa? San Domenico era un monaco benedettino che, tra il X e l’XI secolo, attraversò Lazio e Abruzzo fondando eremi e monasteri. Il Santo si fermò a Cocullo sette anni, dove lasciò un dente e un ferro della sua mula, oggi custoditi come reliquie. Secondo la tradizione, grazie ai suoi miracoli, liberò la popolazione dalle conseguenze dei morsi velenosi di vipere e serpenti, soppiantando il culto pagano della dea Angizia. Venerata soprattutto dalle antiche popolazioni italiche dei Marsi e dai Peligni e considerata protettrice dai veleni, tra cui anche quello dei serpenti.

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