La prima Costituzione d’Europa vide la luce in Polonia il 3 maggio 1791, un documento più antico si può trovare solo negli Stati Uniti, primo nel mondo, di quattro anni prima.
Secondo il contemporaneo Edmund Burke (1729-1797), era «una delle migliori mai toccate in sorte a una Nazione». Gli Stati Uniti d’America invece, si erano già dotati il 4 marzo 1789 di una Carta Costituzionale. Quella polacca però, era più moderna, rivoluzionaria e preoccupante il sistema conservatore della monarchia.
Come riporta l’Agi, politicamente e moralmente, segnò il punto più alto, e anche di non ritorno della Polonia, che pagò con la terza spartizione e la scomparsa per 123 anni della cartina europea. A volerla fu il Re di Polonia, Stanisław II August Poniatowski (1732-1798), aristocratico già amante di Caterina La Grande, Caterina II di Russia, e con lontane origini italiane. Nel 1772, con un accordo tra Austria, Prussia e Russia,la Polonia aveva perso un terzo del proprio territorio. Poniatowski si mise di impegno per portare avanti la su politica di profonde riforme nel quadriennio 1788-1792, in modo da rendere governabile il regno polacco-lituano, una volta esteso dal Baltico al Mar Nero. Tale regno, nel 1683 aveva salvato a Vienna, l’Europa dalla conquista degli ottomani, e dalla propagazione della civiltà e cultura islamica.
La prima Costituzione d’Europa compie 232 anni. Le grandi riforme di Poniatowski
Lo stesso Poniatowski, aveva inoltre istituito una Commissione dell’Educazione nazionale, visto come il primo Ministero in assoluto della pubblica istruzione a carattere laico. Ebbe poi delle iniziative strutturali per riavviare l’economia e rivitalizzare l’agricoltura. Sue le idee di promuovere insediamento di alcune industrie. Sul modello francese erano state rimodellate le università di Cracovia (la Jagellonica, una delle più antiche d’Europa) e di Vilnius. La Polonia apriva così la strada alla modernità.
Le tensioni esistenti tra nobiltà e ingerenze straniere avevano indebolito lo Stato. Per questo motivo venne abolito il principio del liberum veto in segno di rafforzamento. Questo bloccava l’attività legislativa, potendo impedire con un solo voto contrario ogni legge. Di conseguenza, cessava anche il diritto alla rivolta, chiamato rokosz. Il Re aveva anche dichiarato la monarchia ereditaria, dapprima elettiva non senza contrasti e manipolazioni, specialmente da parte della Russia. Il regime era diventato a carattere parlamentare: il potere esecutivo era nelle sue mani e in quelle del suo governo.
Al appoggiare il Re Stanisław II August Poniatowski c’erano dei nobili riformatori ed esponenti del Partito patriottico Hugo Kołłątaj (considerato ideologo e leader), quali Stanisław Małachowski, Kazimierz Nestor Sapieha, Ignacy e Stanisław Kostka Potocki, l’italiano Scipione Piattoli. Fu il Partito patriottico, in accordo con Poniatowski, a ispirare la Costituzione promulgata il 3 maggio 1791 grazie a un golpe. Le possibilità erano maggiori, visto che la Russia aveva altri pensieri rispetto a Varsavia, ovvero, la guerra contro l’Impero Ottomano.
Il 3 maggio, al castello reale, partecipa al dibattito appena un terzo degli aventi diritto, che tra l’altro avevano giurato di mantenere segreto quanto stava accadendo, con il quartiere del castello di Varsavia presidiato dall’esercito in aperto conflitto, e le strade gremite di gente. La Costituzione portò a una radicale riforma, di cui l’adozione dell’Atto delle Diete provinciali del 24 marzo 1791 aveva avuto basi legislative. I nobili senza terra non potettero partecipare. Citando altri cambiamento, migliorarono le amministrazioni locali, venne abolito il Consiglio permanente, nacque un esercito nazionale di centomila uomini, vennero assegnate tasse sulla proprietà terriera; i cittadini delle città reali godevano di un’assicurata inviolabilità personale, tra cui, il diritto all’acquisto di terreni, l’entrata negli uffici e in una carriera militare, la partecipazione al Sejm (Senato), con il determinante diritto di voto nelle questioni cittadine e commerciali: i loro diritti erano quindi pari a quelli vantati dai nobili.
Tutti i poteri del Sejm e dei Difensori di Legge
Il Sejm deteneva il potere legislativo e deliberava a maggioranza, quello esecutivo invece, era esclusivo dei Difensori della Legge, organismo composto dal Re, dal primate e dai cinque ministri, su cui pendeva il principio della responsabilità. Sull’esercito vigilavano delle apposite commissioni, nei settori dell’economia, dell’ordine, della pubblica amministrazione e istruzione. Pur mantenendo il carattere federale dello Stato polacco-lituano, veniva abolito ogni dualismo in materia di uffici, affari fiscali e gestione dell’esercito.
I contadini potevano così essere protetti da parte della legge e del governo nazionale. Tuttavia, le loro libertà rimanevano vincolate, ed estese invece a quelli che erano presenti sul territorio polacco, fino a quando, il 7 maggio 1974, il governo rivoluzionario decreta l’abolizione della servitù. Dei diritti fondamentali faceva parte l’inviolabilità personale.
Poniatowski abdica il 25 novembre 1795 ed è l’ultimo Re della storia della Polonia, nonché granducato di Lituania della Confederazione delle due Nazioni.