Il governo prevede che dovrà autorizzare complessivamente 5,4 miliardi di euro nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025 e 2026 per il nuovo strumento dell’assegno d’inclusione, nuova misura di contrasto alla povertà che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza.
Questo quanto scritto nella bozza del decreto lavoro che andrà domani in Consiglio dei Ministri: il taglio del cuneo fiscale salirà di quattro punti nei prossimi cinque mesi.
Le altre spese del governo
Per far proseguire il Reddito di cittadinanza sono previsti 384 milioni di quest’anno, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro che sarà attivo dal primo settembre 2023 ci saranno da spendere 276 milioni nel 2023, 2,1 miliardi l’anno prossimo che andranno poi a diminuire.
Cos’è l’assegno d’inclusione
L’assegno d’inclusione è il nuovo strumento di contrasto alla povertà che prenderà il posto dal Reddito di Cittadinanza. Potrà essere richiesto dai nuclei famigliari con componenti disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500€.
Il taglio del cuneo fiscale, che per cinque mesi salirà di altri quattro punti, e secondo l’articolo 34 non avrà effetti per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, inoltre la misura dell’esonero è alzata dal due al sei percento per i redditi fino a 35mila euro, a sette percento per quelli fino a 25 mila euro.
Il DL Lavoro inoltre avrà un fondo “con una dotazione pari a 60 milioni di euro per il 2023, per le attività socio-educative a favore dei minori, al fine “di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione tra vita privata e lavoro. I fondi serviranno infatti “al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori“.
Lo si legge nell’ultima bozza, che approderà domani on Parlamento, e che ora è formata da 38 articoli.