Il 2024 apre con il Reddito di inclusione al posto del Rdc. Sull’ondata delle nuove misure in arrivo per sostituire il Reddito di cittadinanza, il nuovo programma degli aiuti non finanzierà le famiglie, ma le sosterrà per l’inserimento lavorativo.

E stato chiaro sin da subito l’intento di far quadrare i conti, fermando la macchina dell’erogazioni a gogò. Per questo, sembra prevalere l’adozione di un intervento di surroga dell’Rdc.

Reddito di inclusione 2024: come funziona il nuovo Rdc

Contro l’impennata incessante dell’inflazione, il peso del caro vita ha spinto il governo italiano a trovare più volte un compromesso sul nuovo Reddito di cittadinanza. Non solo.

Il nuovo Reddito di inclusione è il frutto di diversi correttivi introdotti dall’inizio dell’anno ad oggi. Basti pensare, che il primo intervento operato sul sussidio è stato la scissione dei fruitori, spartiti tra occupabili e non occupabili.

Poi, è stata la volta della durata di erogazione, slittata da 18 a 7 mensilità, ma solo per una specifica fascia. A cui sono seguite le regole che hanno portato alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro – PAL e alla Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro – DID.

Dal 1° gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza sarà archiviato e con esso le prime tre ipotesi di sostituzione della misura, quali: Garanzia per l’inclusione lavorativa – GIL,  Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal) e Garanzia per l’attivazione lavorativa – Gal.

Questo, perché, nella bozza del decreto Lavoro viene indicato il Reddito di inclusione come misura di surroga del Reddito di cittadinanza.

Più precisamente, nell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri del 1° maggio, nella bozza del decreto Lavoro viene indicato l’assegno di inclusione come misura che assorbirà lo strumento di contrasto alla povertà e le altre misure a essa correlate.

Reddito o assegno di inclusione al posto del Reddito di cittadinanza

Secondo numerosi esperti, il Reddito di inclusione dovrebbe essere messo a regime verso la fine del 2023, almeno come fase transitoria, per passare operativo nel 2024.

Il nuovo beneficio economico verrebbe garantito per almeno 18 mensilità, con un periodo di sospensione di appena 30 giorni (un mese), prima della riconferma successiva e, quindi, della continuità dell’erogazione del beneficio per altri 12 mesi.

Senza equivoci, l’assegno di inclusione dovrebbe mantenere alcune delle caratteristiche principali del Reddito di cittadinanza.

Ad ogni modo, i percettori con un’età anagrafica tra 18 e 59 anni, verrebbero indirizzati per la sottoscrizione del Patto di Lavoro o servizio individuale.

Il Reddito di inclusione dovrebbe contenere regole più rigide in tema di rifiuto dell’offerta lavorativa.

Infatti, secondo le prime rilevazioni, si decade dal beneficio con il rifiuto di un’offerta lavorativa anche di un mese. Verrebbero introdotti nuovi limiti e obblighi in base alla distanza e alla tipologia del contratto di lavoro.

Quanto dura e a quanto ammonta il beneficio economico

 Il Reddito di inclusione spetterebbe di diritto alle famiglie composte da membri minori, disabili e over 60. Gli aventi diritto dovrebbero ricevere un assegno del valore di 500 euro, rapportato alla scala di equivalenza.

Il cittadino privo dresidenza quinquennale, di cui gli ultimi due anni in forma continua, non ottiene il beneficio.

Il reddito percepito dall’intero nucleo familiare certificato dall’indicatore ISEE deve risultare uguale o inferiore a 9.360 euro. E, ancora, viene fissata una soglia di reddito familiare uguale o inferiore a 6.000 euro annui rapportata per la scala di equivalenza.

Oltretutto, tale limite viene correlato del valore del canone di locazione, per cui subisce un incremento fino a 3.360 euro annui.

Il nuovo Reddito di inclusione prevede l’iscrizione presso il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa – Siisl.

Il sostanza, entro 120 giorni dalla registrazione i richiedenti devono presentarsi presso i servizi sociali per completare la procedura di attivazione digitale, per poi aggiornare la proprio posizione dopo un periodo di almeno 90 giorni. Se saltano questi passaggi, viene sospeso l’accredito mensile.

Dal mese di settembre 2023, dovrebbe andare a regime lo Strumento di attivazione per i fruitori del sussidio che rientrano in un’età tra 18 e 59 anni. Si tratta di un contributo mensile del valore di 350 euro.

L’erogazione dell‘indennità di formazione lavoro è correlata alla partecipazione dei progetti formativi e di pubblica utilità della durata minima di 12 mesi.