A Trento degli escursionisti hanno trovato la carcassa dell’esemplare M62. Il gruppo che ha rivenuto i resti dell’animale stava effettuando la nota attività delle camminate all’aria aperta, quando si è imbattuta appunto nei resti dell’orso M62. La scoperta è stata fatta in una zona impervia tra San Lorenzo Dorsino e il lago di Molveno, in Trentino. Stando a quanto emerso dalle informazioni fornite dalla Provincia Autonoma di Trento, l’orso è in stato di decomposizione. Le marche auricolari hanno permesso di risalire e confermare la sua identità.

Trento, escursionisti trovano carcassa esemplare M62: da stabilire le cause del decesso dell’orso

L’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, in seguito alla consegna della carcassa dell’esemplare M62, effettuerà i dovuti esami. Il loro esito permetterà di stabilire le ragioni del decesso dell’orso. Ad occuparsi dei resti dell’animale è stato il Corpo forestale trentino. Al momento si sa che veniva ritenuto un “esemplare problematico”, poiché aveva manifestato atteggiamenti eccessivamente confidenti nei confronti dell’uomo.

Il timore nutrito dall’associazione protezione degli animali Enpa è quello di un atto bracconaggio, proprio in relazione a ciò e alle recenti diatribe che stanno interessando gli orsi valutati come pericolosi per le persone. Diversi infatti gli esemplari a rischio abbattimento dopo il caso della morte di Andrea Papi, il runner 26 deceduto in Trentino proprio da un orso. Numerose le polemiche scoppiate dopo la decisione inizialmente presa, relativa appunto all’abbattimento dell’animale responsabile dell’atto ai danni di Papi. L’M62 era invero uno dei plantigradi “problematici” per i quali aveva immediatamente richiesto provvedimenti nei loro confronti il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti.