Cade dal balcone e muore a Viterbo dopo essere rimasta chiusa fuori casa, nel tentativo di raggiungere il suo cane e non lasciarlo solo. È una storia d’amore ma anche di profondo dolore, quella che ha coinvolto, nella giornata di ieri, una donna di origini dominicane di 53 anni, deceduta a causa delle gravi ferite riportate in seguito al violento impatto con il terreno.
Cade dal balcone e muore a Viterbo per cercare di raggiungere il suo cane: la vittima aveva 53 anni
I fatti risalgono alla giornata di ieri, 29 aprile. Attorno alle 11 di mattina, alcuni passanti in via del Repuzzolo, a Viterbo, avevano notato il corpo di una donna riverso sul marciapiede, dando l’allarme. Si trattava della 53enne di origini dominicane Yvelice Altagracia Martinez: all’arrivo dei soccorsi, era stata trasferita d’urgenza all’ospedale di Belcolle, dove è poi morta a causa delle gravi ferite riportate in seguito alla caduta. Una vicenda, la sua, su cui gli inquirenti non avevano escluso, fin da subito, nessuna pista, neanche quella che potessero essere coinvolte altre persone. Anche perché, ascoltati dai carabinieri, alcuni testimoni avevano parlato di un uomo sospetto, allontanatosi dallo stabile subito dopo i fatti. E che, in qualche modo, avrebbe potuto essere collegato all’accaduto.
Per ore gli agenti hanno quindi passato al setaccio le telecamere di sorveglianza dell’area, nel tentativo di ricostruire le esatte dinamiche dei fatti. Alla fine l’ipotesi di un gesto violento è stata esclusa: stando alle ultime informazioni, la donna sarebbe precipitata, dopo aver perso l’equilibrio, mentre cercava di raggiungere il balcone di casa sua dal terrazzo condominiale. Sembra infatti che fosse rimasta chiusa fuori casa e che, per non lasciare solo il suo cane, rimasto proprio sul balcone, abbia provato a calarsi dall’alto, senza chiedere l’intervento dei vigili del fuoco. Un gesto estremo, dettato dall’amore per il proprio amico a quattro zampe, che però le è stato fatale.
Nel caso della 22enne morta a Bosa si è trattato di suicidio: la conferma dall’autopsia
È stata confermata l’ipotesi del suicidio, invece, per la morte della 22enne precipitata da un balcone a Bosa, in provincia di Oristano, la scorsa domenica. Gli inquirenti e i familiari della vittima avevano da subito avanzato il dubbio che la giovane potesse essersi arrampicata per attirare l’attenzione dell’ex fidanzato, con cui stava cercando di recuperare la relazione finita da circa un anno. Nel farlo, sarebbe precipitata, morendo poco dopo il ricovero. Il ragazzo, che era con lei al momento dei fatti, era stato iscritto nel registro degli indagati. Un atto dovuto, per permettere il proseguio delle indagini e consentire agli inquirenti di poter svolgere tutti i rilievi del caso.
Il padre della ragazza aveva ribadito più volte di essere convinto della sua innocenza. Nel parlare della tragica scomparsa della figlia, anzi, aveva anche affermato che il giovane, un 25enne che lavora come operaio, avrebbe provato a salvarla, purtroppo senza successo. La sua versione dei fatti combacia con quella dei risultati dell’esame autoptico effettuato sulla salma dal medico legale incaricato. Secondo lui, infatti, le ferite rinvenute sul corpo della vittima sarebbero compatibili con un gesto suicidario e non con una spinta. Giada, questo il suo nome, sarebbe caduta verticalmente dal parapetto del terrazzo dopo che la cintura con cui l’ex fidanzato aveva cercato di trattenerla si è spezzata.
A quel punto avrebbe provato a tenerla per i pantaloni, quando ormai era troppo tardi.
Nicola è assolutamente collaborativo così come lo sono i genitori di Giada, vicini al ragazzo che piange ininterrottamente da quattro giorni. Né noi né la famiglia di Giada abbiamo nominato consulenti di parte per l’autopsia, siamo tutti assolutamente convinti che si sia trattato di una disgrazia,
ha fatto sapere all’Ansa l’avvocato del 25enne, distrutto dall’accaduto.