Parole pronunciate da Serhiy Marchenko, ministro dell’Economia dell’Ucraina a margine della riunione dell’Eurogruppo a Stoccolma, in cui gli aiuti a Kiev nel 2024 costituivano un punto all’ordine del giorno.

Un appello chiaro e, per certi versi, preoccupante, che ipotizza un ulteriore proseguimento del conflitto nella sua terza stagione dopo mesi di sostanziale immobilismo da una parte e dall’altra. C’è però chi si è detto convinto che l’obiettivo di questa dichiarazione fosse quello di mantenere compatto il fronte degli alleati occidentali.

La stima per gli aiuti finanziari all’Ucraina nel 2024 è calcolata sulla base dei prestiti che l’Unione Europea ha concesso per l’intero 2023. Dai conti pubblici di Kiev emerge infatti come il conflitto stia costando 3-4 miliardi di euro al mese. Sicuramente da solo il Paese non potrà resistere, e nel caso in cui dovesse conquistare la vittoria ci sarebbe un lunghissimo percorso di ricostruzione che comporterebbe un esborso di risorse ingente.

Penso che non sarà facile per noi diminuire drasticamente le spese militari

Interrogato a proposito, il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni non si è sbilanciato, ma ha fatto capire che la priorità sarà data ai conti pubblici dell’Unione. Tradotto, significa affermare che il supporto non è in discussione, ma il suo volume sì.

Zelensky: “Attueremo la controffensiva con o senza gli F-16”

Ieri, intanto, è tornato a parlare il presidente Zelensky per la prima volta dopo il massacro di civili avvenuto a Uman, dove sono morte 23 persone in seguito a un attacco missilistico contro un palazzo residenziale.

In maniera anche un po’ piccata, il capo dello Stato ha confermato l’intenzione di attuare la controffensiva senza aspettare la consegna degli aerei caccia F-16 americani. Due giorni prima il ministro degli Esteri Kuleba aveva sottolineato come la fornitura degli F-16 dovesse fungere da deterrente per Mosca per scoraggiare la sua controffensiva. Il tema dei ritardi nelle decisioni o nell’invio di questo tipo di artiglieria è alla base del protrarsi del conflitto.

Cuba: “Usa responsabili dell’escalation”

Attacco frontale a Washington da parte di Esteban Lazo, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, il parlamento di Cuba. Una ferma condanna (nonché presa di posizione a sostegno della Russia) alle azioni occidentali e americane in particolare. “Sono loro i responsabili di quanto sta accadendo”, ha concluso Lazo denunciando le pratiche minatorie di espansione della Nato.