Si chiama Ismaele ed ha circa sei mesi, il neonato di origini nordafricane salvato e accolto dai poliziotti nell’hotspot di Lampedusa dopo la morte della mamma nel naufragio del barchino carico di migranti avvenuto questa notte. A far sapere che sta bene è la pagina ufficiale della Polizia di Stato su Twitter: da quando è arrivato gli agenti si stanno prendendo cura di lui, assicurandosi che abbia tutto il necessario, con attenzione e affetto. Il loro gesto ha commosso tutti, non da ultimo il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che ha deciso di ringraziarli pubblicamente.
Naufragio Lampedusa: la storia di Ismaele, il neonato accolto dai poliziotti in servizio all’hotspot
Ismaele è al sicuro nelle braccia dei suoi ‘zii’ poliziotti della questura di Agrigento. Si sono presi subito cura di lui e lo hanno coccolato in attesa che una famiglia possa presto donargli l’amore di cui ha bisogno,
si legge nel post pubblicato su Twitter dalla Polizia di Stato. Il riferimento è al neonato di circa sei mesi salvato dalle acque e accolto nell’hotspot di Lampedusa dagli agenti in servizio, che in queste ore si stanno dando il cambio per prendersi cura di lui, coccolandolo e assicurandosi che abbia tutto ciò di cui ha bisogno: latte, pannolini, piccoli giochi e una crema per le gengive, per il dolore ai denti. Il bimbo, di origini sahariane, sta bene: il pediatra che l’ha visitato ha fatto sapere che è in ottime condizioni di salute. Eppure è rimasto solo, perché la mamma, con la quale viaggiava sul barchino carico di migranti affondato nella notte, risulta tra i tre dispersi del naufragio. Guardia Costiera e Fiamme Gialle la stanno cercando, ma man a mano che passano le ore le speranze di recuperarla viva si affievioliscono sempre di più.
È una storia purtroppo già nota, che da mesi si ripete inesorabile nelle acque del Mediterraneo, dove sono sempre di più le persone che trovano la morte, mentre cercano di salvarsi per avere una vita migliore. Ieri, sul barchino di metallo di 7 metri erano in 49: all’arrivo della motovedetta della Guardia Costiera, intervenuta per portarli in salvo dopo aver intercettato il mezzo, si sarebbero sporti, facendo sbilanciare la piccola imbarcazione – mal saldata e poco stabile -, che sarebbe poi affondata. In 39 sarebbero caduti in acqua. 36 sono stati recuperati e tratti in salvo; per gli altri tre, invece, non c’è stato nulla da fare. In 46, alla fine, sono sbarcati su molo Favarolo. Erano partiti da Sfax, in Tunisia, ma provengono da Guinea, Costa d’Avorio, Camerun e Gambia.
Con loro il numero delle persone accolte negli ultimi due giorni è arrivato quasi a 300, per un totale di più di 2.000 presenze in un hotspot che potrebbe contenerne 400 ma che, ormai da giorni, è sotto pressione e la cui situazione rischia di farsi sempre più complicata, con l’arrivo del bel tempo.
Le parole di Renato Schifani
Ha commentato la vicenda, nelle scorse ore, anche il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che ha lodato il lavoro degli agenti coinvolti nel salvataggio, con le seguenti parole:
Commuove la vicenda del bimbo che ha perso la mamma nel naufragio della scorsa notte nelle acque antistanti a Lampedusa. Ringrazio vivamente gli agenti di polizia della Questura di Agrigento, con in testa il questore Emanuele Ricifari, in servizio all’hotspot dell’isola che hanno accudito e si sono presi cura per tutta la notte del piccolo orfano. Il loro gesto carico di profonda umanità, nonostante la criticità del momento che vede nell’isola un susseguirsi di sbarchi, è oltremodo lodevole. La Sicilia è anche questo.