Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto il Distretto della Meccatronica di Reggio Emilia per celebrare con due giorni di anticipo la Festa dei Lavoratori del 1 maggio. Dal Capo dello Stato sono arrivate parole di celebrazione nei confronti del mondo del lavoro, ma anche dichiarazioni dure contro precarietà e sfruttamento.
Mattarella, il 1 maggio festeggiato in anticipo nelle aziende di Reggio Emilia, applausi dagli operai
Come anticipato nei giorni scorsi, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato quest’oggi, 29 aprile, in visita ad alcune aziende del Distretto della Meccatronica di Reggio Emilia per celebrare, con due giorni di anticipo, il 1 maggio, Festa dei Lavoratori.
Particolarmente sentita l’accoglienza tributata al Capo dello Stato da parte degli operai incontrati nel corso della visita, in particolare quella dei lavoratori dello stabilimento della Landi Renzo di Corte Tegge, che si occupa della trasformazione dei motori automobilistici a gpl e metano, che hanno salutato l’arrivo di Mattarella con un lungo applauso.
L’attacco alla precarietà che “stride con le finalità di crescita e di sviluppo”
Mattarella è stato salutato come simbolo di concordia e unità sul fronte del lavoro, dopo le polemiche e gli scontri dei giorni scorsi tra mondo sindacale e governo.
In questo senso, il discorso con cui il Presidente della Repubblica è stato particolarmente incisivo su alcuni dei temi più complessi sul fronte lavorativo. In primo luogo, la precarietà, vera e propria piaga contemporanea, insieme con situazioni di insicurezza sul lavoro e persistenti divari salariali. Una questione, quella della precarietà, che per Mattarella è in contrasto con l’idea di una crescita e uno sviluppo economici.
“La precarietà come sistema stride con le finalità di crescita e di sviluppo […] Stagnazione salariale e sicurezza sul lavoro, nonostante i passi compiuti, sono temi in perenne discussione”.
Lo sfruttamento minorile come “grave furto di futuro”
La sicurezza sul lavoro è, da sempre, uno degli argomenti che stanno più a cuore al Presidente della Repubblica, al pari della denuncia dello sfruttamento del lavoro minorile. Temi Mattarella inserì anche nel suo discorso di insediamento per il suo secondo mandato, ricordando il giovane Lorenzo Parelli, morto tragicamente durante uno stage dell’alternanza scuola-lavoro.
Anche in occasione del suo discorso dedicato alla Festa dei Lavoratori, l’inquilino del Quirinale è tornato con parole molto dure sul lavoro minorile.
“Un recente rapporto ha messo in evidenza come il lavoro minorile sfruttato sia ancora una piaga presente. Lo sfruttamento ai danni dei minori costituisce un grave furto di futuro, sottraendo questi ragazzi alla scuola e spingendoli verso la marginalità”.
Mattarella e il 1 maggio in visita alle aziende di Reggio Emilia: “Il lavoro dev’essere un assillo costante per le istituzioni”
La creazione del lavoro e l’ampliamento della base destinata a ruoli di prestigio sono state le altre questioni toccate dal Capo dello Stato, che ha chiamato in causa sia le istituzioni – per le quali il tema del lavoro deve essere “un assillo costante” – sia le imprese, sia i sindacati.
“Ampliare la base del lavoro, e la sua qualità, deve essere assillo costante a ogni livello, a partire dalle istituzioni. Naturalmente, non sarà possibile creare nuovo lavoro, sostenere le innovazioni necessarie, affrontare con coraggio e creatività la competizione dei mercati senza il protagonismo delle imprese, grandi, medie e piccole. Senza la partecipazione dei lavoratori e dei sindacati, senza il contributo del Terzo settore, senza l’apporto del mondo delle professioni”.
Il lavoro come “indice di dignità”
Prima di concludere il suo intervento con un liberatorio e sentito “Viva il lavoro. Viva il Primo maggio. Viva la Costituzione”, il Presidente della Repubblica ha voluto ricordare due tappe fondamentali della storia italiana, che hanno visto diventare centrale il tema della piena occupazione in ambito lavorativo. Da un lato, il Piano del lavoro del 1949 su iniziativa della Cgil di Giuseppe Di Vittorio, dall’altro, lo Schema di sviluppo dell’occupazione e del reddito avanzato dall’allora ministro del Bilancio Ezio Vanoni nel 1955. Due momenti, ha ricordato Mattarella, attraversati dalla consapevolezza della centralità del tema del lavoro nello sviluppo democratico, e non solo economico, di una nazione.
“Uno sforzo che partiva dalla convinzione di come il mondo del lavoro fosse la locomotiva di un Paese che vuole avanzare. Dalla consapevolezza che il lavoro costituisce indice di dignità. Del rapporto stretto che interviene tra lavoro, coesione sociale e saldezza delle istituzioni e, dunque, della democrazia. Lavoro, dunque, per un esercizio pieno dei diritti di cittadinanza”.
Lavoro che, nelle parole di Mattarella, deve mantenere la sua funzione di lotta alla discriminazione, da cui discende la parità di diritti di cui devono godere le donne lavoratrici.
“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.
Mattarella a Cesena il 2 maggio, il programma della visita
Le celebrazioni della Festa dei Lavoratori proseguiranno, per il Presidente della Repubblica, il 2 maggio con la visita a Cesena, scelta da Mattarella per festeggiare i quarant’anni di Macfrut, manifestazione internazionale che si svolgerà dal 3 maggio a Rimini fiera, dedicata al settore dell’ortofrutta.
La giornata del Capo dello Stato lo vedrà alle 11 fare visita agli stand allestiti in piazza della Libertà, per poi recarsi prima al teatro Bonci per un convegno sul tema dell’agroalimentare e, infine, alla Biblioteca Malatestiana.