Il cyberbullismo è un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani che utilizzano le piattaforme online per insultare, denigrare, diffamare o peggio minacciare i loro coetanei o altre persone.
Questi atti possono avere effetti devastanti sulla salute mentale e sulla reputazione delle vittime, se non adeguatamente contrastati.
Il cyberbullismo, inoltre, configura un reato punibile dalla legge, che prevede sanzioni amministrative, civili e penali per chi lo commette. Purtroppo, però, molte vittime di cyberbullismo non denunciano, per paura delle conseguenze o perché non conoscono la normativa.
In questo articolo, cercheremo di esaminare le possibili conseguenze per gli autori di atti di cyberbullismo e le azioni che le vittime possono intraprendere per proteggersi.
Cosa può fare la vittima di cyberbullismo secondo la legge italiana?
La legge n.71 2017 prevede che il minore vittima di cyberbullismo o i genitori, se ha meno di 14 anni, possa fare richiesta al sito web o social dove è avvenuto il reato, di rimuovere ogni contenuto diffuso.
Se questo non dovesse essere fatto entro 48 ore, la vittima potrà rivolgersi al Garante della privacy che dovrebbe intervenire nelle successive 48 ore. Il tempo in questi casi è essenziale. Prima si rimuovono i contenuti offensivi e meno effetti avranno sulla vittima.
Se hai bisogno del modulo puoi scaricarlo a questo indirizzo e poi inviarlo compilato a [email protected].
Secondo il DAS, Digital Service Act europeo, i motori di ricerca dovranno dotarsi entro e non oltre il 1°gennaio 2024 di algoritmi o di moderatori che possano eliminare direttamente i contenuti offensivi prima che vengano pubblicati.
Google si è già dotato di un sistema di deindicizzazione di contenuti violenti o sessualmente espliciti. Ci si aspetta che entro la data stabilita tutti i motori di ricerca effettueranno questo cambiamento.
In questo modo certamente il cyberbullismo diminuirà.
Cosa rischia chi compie atti di cyberbullismo?
Il cyberbullo può ricevere un ammonimento da parte del Questore il quale gli descriverà le gravi conseguenze in caso il reato venga reiterato. Questa è una soluzione amministrativa e non penale.
L’altro rischio, più grave, per il cyberbullo è quello penale. Si rischiano dai 6 mesi ai 5 anni di reclusione per i maggiorenni e 6 mesi per i minorenni. Oltre al risarcimento in caso la vittima si dichiari parte civile.
Ma attenzione, perché è penale anche la diffamazione a mezzo social, pari alla diffamazione a mezzo stampa, secondo l’art. 595 del Codice Penale. Se invece ci sono minacce, si configura il reato di minaccia secondo l’articolo 612 del Codice Penale. In questo articolo rientra anche il cyberstalking.
Se invece si concretizzano vere e proprie molestie, si compie un reato ex articolo 660 del Codice Penale.
Se c’è un reato gravissimo come l’istigazione al suicidio si rischiano anche 12 anni di carcere secondo l’articolo 580 del Codice Penale.
Se i colpevoli di cyberbullismo hanno tra i 14 e 18 anni, a giudicare è il Tribunale per Minori.
In conclusione possiamo dire che il cyberbullismo è un fenomeno estremamente preoccupante che non va preso sottogamba. Chi commette atti di cyberbullismo si espone a sanzioni severissime, dal punto di vista amministrativo, civile e penale.
D’altro canto, le vittime di cyberbullismo possono e devono denunciare i fatti e cercare aiuto, attraverso le strutture scolastiche, i servizi di supporto psicologico e le associazioni attive sul tema. Solo un impegno congiunto e costante può permettere di tutelare la dignità e la sicurezza delle persone online e off-line.