È durata poco la tregua concordata tra le fazioni militari che si danno battaglia in Sudan, con violenti scontri che sono ripresi segnando, di fatto, una ripresa delle ostilità subito dopo che la cessazione delle ostilità era stata violata.

Sudan, violata la nuova tregua siglata giovedì, pesanti scontri a Khartoum e nel Darfur

Il cessate il fuoco tra i gruppi militari che, ormai da settimane, si danno battaglia in Sudan è stato interrotto e gli scontri si susseguono a Khartoum e nel Darfur. Ha avuto, dunque, vita breve la pausa alle ostilità decisa nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 aprile tra l’esercito sudanese e i paramilitari, fortemente voluta dalla comunità internazionale e raggiunta grazie anche al ruolo diplomatico svolto dagli Stati Uniti.

Secondo gli accordi, la tregua avrebbe dovuto durare 72 ore (tre giorni), prolungando il precedente cessate il fuoco la cui scadenza era stata fissata alla mezzanotte di giovedì. Questo avrebbe dovuto favorire la fuga dalla zona interessata dalla guerra in corso e l’evacuazione per i cittadini stranieri ma, a questo punto, non è dato sapere se tali operazioni siano ancora in corso o, invece, se siano state ostacolate dalla ripresa dei combattimenti.

La battaglia ha visto coinvolta nuovamente la capitale Khartoum, con la segnalazione di attacchi aerei sopra i cieli della città e l’intervento della protezione antiaereo, dalle parti del quartier generale dell’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhane. Tuttavia, dal Dipartimento di Stato, arrivano segnali che sembrano spingere verso la volontà di proseguire sulla strada di una riduzione delle ostilità, con le parole del portavoce Vedant Patel per il quale le interruzioni e le violazioni della tregua “non significano il suo fallimento”.

L’allarme dell’Onu per il Darfur

Mentre la situazione a Khartoum si fa sempre più critica, con i residente che si trovano privi dei servizi più essenziali, come acqua e corrente elettrica, l’Onu segnala le proprie preoccupazioni per il Darfur. Secondo le testimonianze arrivate dai residenti della capitale Geneina, il cibo sarebbe ormai in esaurimento dopo i saccheggi che hanno interessato i mercati cittadini, e i campi messi a disposizione per coloro che avevano perso la loro abitazione nei combattimenti sarebbero stati “gravemente danneggiati”.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il conflitto in corso starebbe provocando una recrudescenza degli scontri etnici in quel territorio. Inoltre, l’Onu, che nei giorni scorsi aveva insistito sull’importanza di favorire la formazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei profughi, lancia l’allarme per le ricadute che la guerra sta avendo sulla popolazione più giovane, con circa 50mila bambini “affetti da malnutrizione acuta” e privi di aiuti alimentari.