Aumenti di stipendi si registrano a marzo 2023 nei vari comparti lavorativi: a crescere sono le paghe orarie medie del 2,2% rispetto allo scorso anno. Rispetto a febbraio, le stesse retribuzioni hanno fatto registrare lo 0,1% in più. Ma a crescere di più sono i cedolini di busta paga dei lavoratori del pubblico impiego, agevolati dal rinnovo dei contratti statali arrivati nel corso del 2022 per quasi tutti i comparti. La quota più importante della crescita dei salari, tuttavia, è attesa con il rinnovo dei contratti dei settori privati: proprio nella giornata del 28 aprile è arrivato il nuovo Ccnl per chi lavora nelle occhialerie, che prevede stipendi più alti di 167 euro al mese rispetto ai 200 richiesti alla vigilia della trattativa.

Aumenti stipendi 2023, per chi sale la retribuzione?

Gli aumenti degli stipendi emergono dai dati Istat sulle retribuzioni dei lavoratori alle dipendenze. Crescono le retribuzioni orarie mensili del 2,2% a marzo rispetto al 2022 proprio nel mese in cui l’inflazione sembrerebbe aver terminato il suo slancio, anche a doppia cifra. Tuttavia, nonostante la buona notizia, non è pensabile al momento recuperare quanto perduto, in termini di potere d’acquisto degli stipendi, rispetto all’indice di inflazione Ipca. Quest’ultimo tasso di inflazione è ancora superiore di 7 punti medi rispetto agli aumenti dei salari. I dati dell’Istat tuttavia sottolineano alcuni incrementi in busta paga più significativi: l’1,4 per cento in più per i lavoratori dipendenti dei settori industriali, lo 0,9 per cento in più per le buste paga degli addetti nel settore dei servizi, ma soprattuto il 4,9 per cento in più per i dipendenti del pubblico impiego.

Aumenti stipendi 2023 dipendenti Pubblica amministrazione con il rinnovo contratti 2019-2021

Diversamente dagli anni in cui le retribuzioni del settore privato crescevano e tenevano testa di più all’inflazione rispetto ai lavoratori della Pubblica amministrazione per via del blocco del rinnovo dei contratti degli statali, l’incremento delle buste paghe seguito ai nuovi contratti 2019-2021 ha ridotto la perdita di potere d’acquisto di chi lavori nei ministeri, nella scuola o nella sanità. I contratti rinnovati nel 2022 – a partire da quello della Pubblica amministrazione centrale dei lavoratori dei ministeri, fino ad arrivare agli ultimi in ordine di tempo degli impiegati degli enti pubblici locali, della scuola e della sanità – ha dimezzato la perdita del potere d’acquisto registrata nel 2022 con effetti anche nei primi mesi del 2023. Sistemata la parte economica dei lavoratori del pubblico impiego, per alcuni comparti si attende la firma conclusiva del rinnovo (ad esempio, per i dipendenti della scuola) e l’inizio delle trattative per il nuovo triennio, il 2022-2024.

Buste paghe in aumento: Vigili del fuoco +11,7%, ministeri +9,3%, dipendenti sanità +6,4%

Sui settori industriali, l’aumento degli stipendi risente in modo impattante dal mancato rinnovo dei contratti degli ultimi anni. Gli ultimi incrementi risalgono, in vari casi, al 2020 e 2021, quando le stime di inflazione erano ancora lontane dal prevedere aumenti dei prezzi nella misura sperimentata, poi, nel 2022. Anche nel settore terziario la maggior parte dei contratti attende di essere rinnovato. A marzo, gli aumenti delle retribuzioni più significativi – secondo i dati Istat – sono quelli che hanno interessato i Vigili del fuoco (+11,7%), i lavoratori dei ministeri (+9,3%) e i dipendenti della Sanità (+6,4%). I settori che, al contrario, non hanno registrato aumenti sono quelli dell’edilizia, del commercio, delle farmacie private, degli alberghi e dei pubblici esercizi.

Colf e badanti, retribuzione in aumento nel 2023

Tra i contratti rinnovati nel 2023, si segnala quello dei collaboratori domestici. Colf, badanti e babysitter hanno visto crescere le retribuzioni di oltre il 9% per effetto di un mancato e diverso accordo tra i sindacati del comparto. Il Ccnl dei collaboratori domestici, pertanto, ha incrementato le paghe dei lavoratori domestici all’80% del tasso di inflazione registrato dall’Istat a novembre 2022, come da applicazione delle regole generali. Per i comparti delle materie plastiche e di gomma, per i servizi delle autorimesse e degli autonoleggi, per il vetro, le lavanderie industriali e i lavoratori del Gruppo Stellantis, il rinnovo del Ccnl è arrivato a inizio del 2023, ma altri 12 contratti del settore privato, nel frattempo, sono andati a scadenza.