Prorogato il cessate il fuoco in Sudan. Ma i combattimenti continuano. Le fazioni rivali dell’esercito sudanese hanno concordato di rinnovare un cessate il fuoco di tre giorni, poco prima della sua scadenza.

Gli sforzi diplomatici dei Paesi vicino si sono fatti sentire, insieme all’intervento di Stati Uniti, Regno Unito e Nazioni Unite: è stato prolungato il cessate il fuoco per altre 72 ore. Ma ci sono continue segnalazioni di pesanti combattimenti nella capitale Khartoum.

Sudan, prorogato il cessate il fuoco. Ma quali sono gli effetti?

Migliaia di persone hanno potuto tentare la fuga verso la salvezza grazie alla precedente tregua, mentre dozzine di Paesi hanno cercato di evacuare i propri cittadini. Sono centinaia i morti che, quasi dopo due settimane di conflitto tra l’esercito regolare e il gruppo paramilitare delle RSF, si contano. Il cessate il fuoco doveva terminare a mezzanotte, ora locale, di giovedì.

Giovedì sera presto l’esercito regolare sudanese ha acconsentito a una proroga, e il suo rivale, le forze paramilitari di supporto rapido (RSF), ha seguito l’esempio ore dopo.

Il Sud Sudan si è offerto di ospitare colloqui di pace e l’esercito ha accettato di inviare rappresentanti ai colloqui. Nonostante l’amaro passato e gli anni di conflitto che hanno portato alla separazione del Sud Sudan dal Sudan nel 2011 – uno degli stati più giovani al mondo – le due nazioni godono ora di rapporti cordiali.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che Washington sta “lavorando molto in sofferenza” per aggiungere la tregua, aggiungendo che, sebbene imperfetta, ha ridotto la violenza. Abiy Ahmed, primo ministro della vicina Etiopia, dove ha sede l’Unione africana, ha twittato di aver chiamato entrambi i generali rivali per esortarli a risolvere amichevolmente le loro divergenze.

Sono stati segnalati combattimenti anche nella regione occidentale del Darfur e in altre province. Ad oggi si contano almeno 512 vittime nei combattimenti e quasi 4.200 feriti, anche se il numero reale dei morti potrebbe essere molto più alto. L’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato di aspettarsi che ci saranno “molti più” decessi a causa di focolai di malattie e la mancanza di servizi di assistenza.