È finita per il killer del 50enne ucciso la mattina del 28 aprile 2023 davanti la propria abitazione a Bitonto. È spuntato un nuovo testimone oculare, che dà una svolta – o meglio conferma – al caso dell’omicidio di Bitonto.

Le forze dell’ordine avevano già fermato un uomo, sospettato di aver compiuto l’omicidio, qualche ora dopo il delitto, mentre tentava la fuga dalla stazione. Monopoli è stato colpito mortalmente con un’arma da taglio. Ferite sono state riscontrate all’altezza del torace. La dinamica è ancora tutta da capire, ma stando alle prime indiscrezioni uscite poco dopo il ritrovamento del corpo, l’omicidio potrebbe essere avvenuto al culmine di una furibonda lite ma non è escluso un gesto premeditato per regolare una precedente questione irrisolta. Molto probabile che i due si conoscessero.

Ma grazie al testimone oculare, potrebbe arrivare la chiusura del caso. Il testimone oculare ha riferito agli investigatori di aver riconosciuto, “anche nel corso di una individuazione fotografica“, il 28enne G.B.C. come autore dell’omicidio.

Il 28enne è infatti in stato di fermo, con l’accusa di omicidio volontario. Il ragazzo ha raccontato agli agenti che:

“B., senza alcun apparente motivo idoneo a giustificare il gesto criminale colpiva a morte Monopoli, poco prima delle ore 4.00 del mattino, con due fendenti inferti, in contemporanea, sul petto”.

si legge nelle carte firmate dalla pm Desirè Digeronimo.

Il cadavere di Monopoli è rinvenuto al civico 27 di via Bellini “riverso sul marciapiede in posizione supina“. Le ferite sono state provocate da “due coltelli detenuti” all’interno della tasca della felpa dell’arrestato. Interrogato dal pm, l’indagato ha detto di essere “estraneo ai fatti, pur essendo stato trovato con i vestiti macchiati di sangue“, come “anche le mani“.

Il sospettato “rendeva dichiarazioni non verosimili e completamente smentite dagli ulteriori elementi investigativi acquisiti – si legge -, circa una caduta avvenuta poco prima nel corso del suo rientro a piedi da Ruvo a Bitonto percorrendo i binari della ferrovia”. Gli abiti sono stati sequestrati “per gli approfondimenti investigativi successivi”.


Per timore che fuggisse, gli investigatori hanno rilevato il

“concreto pericolo di fuga dell’indagato come emerge non solo dalla gravità dei fatti” e “dalla circostanza che lo stesso è soggetto che, pur essendo cittadino italiano, ha lungamente dimorato all’estero dove, verosimilmente, mantiene contatti e dove ha scontato anche precedenti condanne; ma anche dalla circostanza che la polizia giudiziaria intervenuta al momento della sua cattura, a seguito delle informazioni fornite dal testimone, lo ha trovato all’interno della stazione ferroviaria”.

Ora il 28enne è nel carcere di Bari.