La bozza dell’imminente decreto legge per l’inclusione sociale è pronta a mandare in pensione il Reddito di cittadinanza, per introdurre il nuovissimo Assegno di inclusione. Si tratta dello strumento di contrasto alla povertà pensato dalla squadra di Giorgia Meloni per sostituire, a partire dal 2024, il sussidio introdotto dal governo Conte.
Con tutta probabilità, l’Assegno di inclusione sarà tra i principali argomenti di discussione del Consiglio dei ministri convocato per lunedì 1 maggio. A Palazzo Chigi è in fase di studio un decreto legge con misure urgenti per l’inclusione sociale, per l’accesso al mondo del lavoro e in materia di salute. Fra i provvedimenti al vaglio dell’esecutivo c’è anche un disegno di legge in materia di lavoro.
Come funziona l’Assegno di inclusione, la misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza
L’Assegno di inclusione potrà essere chiesto solo da famiglie con all’interno componenti disabili, minori o ultrasessantenni. Ammonterà ad un importo di 500 euro al mese: cifra che andrà moltiplicata secondo una scala di equivalenza.
Tra i requisiti si parla di un valore Isee non superiore a 9.360 euro per il nucleo familiare del richiedente e un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6.000 annui. I richiedenti dovranno risiedere regolarmente in Italia da almeno cinque anni, gli ultimi due in modo continuativo.
I 500 euro al mese potranno essere moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2. Il valore sale a 2,3 nel caso di disabilità gravi. La scala vale 1 per il primo componente, 0,5 per ogni altro componente con disabilità, 0,4 per gli altri componenti ultrasessantenni o con carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori. Si attendono ulteriori conferme dall’imminente Consiglio dei ministri.
Lo Strumento di attivazione: un assegno per chi fa formazione ed è in situazione di povertà
Il decreto introduce anche lo Strumento di attivazione. Si tratta di un sussidio rivolto agli individui di età compresa tra i 18 e i 59 anni, non disabili e non impegnati in attività di cura. Una misura studiata per le persone in situazione di povertà. Lo Strumento di attivazione dovrebbe entrare in vigore dall’1 settembre 2023. Sostituirà il Reddito di cittadinanza e sarà rivolta ai poveri in grado di lavorare.
Tale strumento avrà il valore di 350 euro. Sarà erogato solo a chi parteciperà ad attività formative o a progetti utili alla collettività. La massima estensione di questo benefit è di 12 mensilità. Una sorta di indennità di partecipazione alle misure di formazione lavorative.