Nuove manifestazioni in favore di Giulio Regeni davanti all’ambasciata egiziana di Roma e al consolato egiziano a Milano. Diverse le voci coinvolte, comprese le tante associazioni a supporto della battaglia in favore del dottorando italiano dell’Università di Cambridge, rapito e poi ucciso a Il Cairo.

Presenti al sit-in di protesta anche mamma e papà di Giulio. I genitori hanno diffuso una lettera nel corso della manifestazione a Roma. Eccone un estratto.

Sono ormai più di 7 lunghi e dolorosi anni che noi assieme ai media e al popolo giallo chiediamo verità e giustizia processuale per il barbaro omicidio di Giulio Regeni. È tempo che l’Egitto dopo innumerevoli vane promesse collabori con il nostro governo, ed è tempo che il nostro governo pretenda senza se e senza ma che i 4 imputati per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio compaiano alla prossima udienza il 31 maggio!

La lettera di Paola e Claudio Regeni pone l’accento su un regime “che il nostro Paese ritiene ‘amico’”, accusato di “godere dell’impunità”.

Per questo è importante scandire i loro nomi, perché la notizia del processo a loro carico li raggiunga ovunque si trovino e perché non possano più far finta di non sapere. Laddove non possono arrivare gli ufficiali giudiziari notificando ai quattro imputati l’invito a comparire, arriverà l’eco della nostra scorta mediatica, che siete tutti voi. Questo processo si deve fare e si deve fare in Italia, perché non è accettabile che chi tortura e uccide pagato da un regime che il nostro paese ritiene ‘amico’, possa abusare del nostro sistema di diritto e godere dell’impunità. È una battaglia di dignità che riguarda tutti noi.

Manifestazioni per Giulio Regeni a Roma e Milano, diverse associazioni presenti

Sullo sfondo delle manifestazioni campeggiano i quattro nomi degli ufficiali del servizio segreto interno egiziano, accusati delle torture e dell’omicidio di Regeni. A sostenere il sit-in anche una serie di associazioni. Tra le altre, il Festival dei Diritti Umani, la Fondazione Diritti Umani, l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, la Fondazione Roberto Franceschi, Articolo 21 e Aidi – Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia.

Proprio il rappresentante dell’Aidi ha mostrato solidarietà nei confronti di “un collega morto sul lavoro.

Ricerca è lavoro e lo è a tutte le latitudini del mondo, questa è anche una battaglia in favore della libertà accademica

Dal canto suo Paola Spadari, segretaria del Consiglio nazionale dei Giornalisti, si è rivolta direttamente al governo italiano, affinché “il cammino della verità per Giulio” vada “avanti”.

Soprattutto il governo non deve demordere, mi appello al ministro Antonio Tajani e a palazzo Chigi.