La Cassazione ha confermato l’assoluzione per il generale Mario Mori nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. I giudici hanno annullato la sentenza di appello con la formula “per non avere commesso il fatto“. Assolti anche l’ex parlamentare Marcello Dell’Utri e gli ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni e Giuseppe De Donno.

Mori, anche ex comandante del Ros, ha tirato uno sospiro di sollievo ai microfoni del Riformista, togliendosi qualche sassolino sulla scarpa nei confronti dei suoi diffamatori.

Mi chiedo adesso cosa si inventeranno? Spero che la piantino. E che trovino argomenti migliori per vendere le copie dei loro giornali e dei loro libri.

Già al termine del processo, allontanandosi dalla Cassazione, il generale dell’Arma aveva dichiarato di sentirsi “parzialmente soddisfatto” della decisione, “considerando che per 20 anni mi hanno tenuto sotto processo”. Nell’intervista Mori ribadisce di essersi “trovato bene a combattere”, senza aver “mai avuto un cedimento”.

Adesso il problema è cosa farò da domani.

Mori assolto nel processo Stato-mafia, il generale su Dell’Utri: “Vicenda che si ammanta di coloritura politica”

In primo grado, sia Mori che Subranni furono condannati a 12 anni. Il generale, oggi 83enne, era stato riconosciuto colpevole del reato di violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato.

Secondo l’accusa sarebbe stato tra i responsabili di una rete di minacce verso i governi dei primi anni Novanta. Una promessa di bombe e stragi in caso di proseguimento dell’offensiva antimafia degli esecutivi.

Oggi, Mori può dirsi vincitore di una battaglia ventennale.

Sono sempre stato sereno: conosco il mio mestiere, sapevo di non aver mai fatto nulla che uscisse da quelli che sono i canoni di comportamento dei carabinieri, quindi ho affrontato il processo con l’animo tranquillo e sicuro di chi sta dalla parte della ragione e della legge, da sempre.

Alle battute finali dell’intervista, Mori mostra soddisfazione anche per le sorti dei suoi coimputati.

Per il generale Antonio Subranni la soddisfazione è doppia perché noi abbiamo svolto delle indagini e arrestato delle persone, lui dalla sua posizione non ha fatto neanche quello. Non abbiamo mai capito perché hanno voluto inserire anche lui nel procedimento.

La vicenda che riguarda Dell’Utri, secondo il generale, “si ammanta di una coloritura politica”.

Quando c’è di mezzo la politica, il discorso scantona sempre nella coloritura. Sono molto soddisfatto anche per lui e naturalmente gli mando un abbraccio.