Allarme siccità – Secondo l’ultimo rapporto stilato dall’Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue sulle Risorse Idriche), “L’Italia è un Paese idricamente capovolto”. Questa affermazione sta a significare che la crisi climatica ha profondamente cambiato lo schema idrico del Bel Paese. E a pagarne le conseguenze è soprattutto il Nord Italia.

Allarme Siccità, ANBI: “Calo della pioggia del 18% rispetto al 1970”

Nel lontano 1970, la Conferenza Nazionale sulle Acque indicò in 300 miliardi di metri cubi la pioggia che ogni anno cadeva in Italia:

La fotografia, che oggi ne emerge, non solo conferma una contrazione degli eventi meteorici, ma certifica l’immagine di un’Italia idricamente rovesciata, disegnata dalla crisi climatica. Nel periodo 1991-2020, infatti, la media della pioggia annualmente caduta sull’Italia sfiora i 255 miliardi di metri cubi, cioè circa il 18% in meno della soglia indicata nel 1970.

Si legge in una nota dell’ANBI.

Le regioni meno piovose sono quelle al Nord

La siccità ha anche modificato la classifica delle regione più piovose. Fino a 3 anni in testa c’era il Friuli Venezia Giulia, seguito da Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto, Piemonte, Lombardia, Liguria (tutte aree oggi colpite dalla siccità); a seguire venivano Umbria, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna e poi via via le altre con la Sardegna.

E’ incredibile come siano bastati solo 1000 giorni a cambiare radicalmente la condizione idrica dell’Italia, dove oggi sono proprio i territori del Nord a soffrire maggiormente.

Ha affermato Francesco Vincenzi, presidente ANBI, il quale prende come esempio eccitante la Sardegna: 

Da regione più assetata del Paese, ha saputo adattarsi, dotandosi di importanti invasi e di schemi idrici per spostare l’acqua fra territori. In assenza di dati ufficiali di sintesi, mettiamo la nostra analisi al servizio della politica, perchè indicativa del trend, da cui partire per riempire di contenuti la cornice del Decreto Acqua.

ANBI: “Servono nuove infrastrutture”

Secondo Massimo Gargano (Direttore Generale di ANBI) servono nuove infrastrutture in grado di trattenere maggiore acqua piovana. E ha aggiunto:

Nei prossimi mesi non potranno che vedere uno sforzo collettivo per gestire una situazione di conclamata siccità in territori di fondamentale importanza per il made in Italy agroalimentare; al contempo, però, bisogna avviare da subito provvedimenti per aumentare la resilienza delle comunità e della loro economia alla nuova situazione climatica: dall’efficientamento dell’esistente alla realizzazione di nuove, indispensabili opere. L’Italia deve diventare un cantiere dell’acqua per gli anni a venire.