Omicidio Marzia Bettino Genova: condannato all’ergastolo il marito, il 58enne Sebastiano Cannella. L’uomo dovrà scontare il massimo della pena nel carcere di Marassi, dove è detenuto dal giorno del delitto: poco dopo i fatti aveva chiamato i carabinieri per confessare di aver ucciso la moglie, strangolandola con una corda, ed era stato tratto in arresto. Per i due figli, Andrea ed Alessandro, costituitisi parte civile al processo nei confronti del padre, è stato previsto, invece, un risarcimento di 100mila euro ciascuno. Il legale che li sostiene ha dichiarato che, con tutta probabilità, faranno ricorso in Appello.
Omicidio Marzia Bettino Genova: condannato all’ergastolo il marito
“Ho ucciso mia moglie, venite a prendermi”. Con queste parole, qualche ora dopo i fatti, Sebastiano Cannella aveva confessato di aver strangolato la moglie, Marzia Bettino, al culmine di una lite. Nonostante il prossimo arrivo di un nipotino, i due stavano infatti affrontando una dura fase di separazione: Cannella, geloso fino all’ossessione, non era disposto a lasciare la casa che – benché di proprietà della moglie – aveva contribuito a ristrutturare. Questo il movente che l’avrebbe spinto all’estremo gesto, lo scorso luglio, a poche ore dal funerale di sua madre, morta qualche giorno prima. A dare l’allarme, raccontando l’accaduto, era stato proprio lui.
Al loro arrivo, gli inquirenti non avevano potuto far altro che constatare la morte della donna, uccisa per strangolamento all’interno della loro proprietà di San Biagio. Davanti agli investigatori l’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ma chi conosceva lui e sua moglie sa quello che i due coniugi stavano passando e ha parlato, più volte, delle loro continue discussioni. Tanto che l’accusa era arrivata a contestare all’imputato l’aggravante della premeditazione. Aggravante che alla fine è stata esclusa dal giudice Massimo Cusatti, che nella giornata di oggi ha presieduto, presso la Corte d’Assise di Genova, l’udienza finale del processo a carico del 58enne.
Oltre a versare una somma di 100mila euro ciascuno ai suoi due figli, Cannella – che è stato giudicato capace di intendere e di volere – dovrà scontare una pena all’ergastolo presso il carcere di Marassi, dove è detenuto dal giorno del delitto. Sulla vicenda si è già detto pentito. In passato, davanti al giudice per le indagini preliminari, aveva raccontato di essere stato colto da una furia cieca, dichiarando “di aver visto tutto nero all’ennesimo rimprovero e di non aver capito più nulla”. Stando alle ricostruzioni, dopo aver ucciso la moglie in una dépandance collegata alla loro villetta, avrebbe vagato senza una meta per la Valpocera e, solo dopo qualche ora, avrebbe chiamato la polizia, “consegnandosi”.
Le dichiarazioni dell’imputato prima della sentenza
Chiedo perdono alla mia famiglia, ai miei figli e a tutti quelli a cui ho fatto del male. Non sono la persona che loro conoscevano fuori, non è colpa mia,
ha dichiarato Cannella, difeso dall’avvocato Fabio Strata, prima che i giudici si riunissero in camera di consiglio. Alla lettura della sentenza, in diversi si sarebbero scagliati contro di lui, tanto da rendere necessario l’intervento dei carabinieri. Poi, fuori dall’aula, nel commentare la condanna, l’avvocato Francesco Del Deo, il legale che sostiene i figli, ha fatto sapere:
Il fatto che sia stato riconosciuto l’ergastolo senza attenuanti vuol dire che vi è una piena capacità di intendere e volere riconosciuta da Tribunale. Non so se questa è una consolazione per i figli perché forse se fosse stato incapace per i figli sarebbe stato più facile elaborare, vediamo le motivazioni, probabilmente verrà fatto Appello e preferiremmo non essere in questa situazione pur con una condanna.
A riportare le sue dichiarazioni è Genova Today.