Gianni Mazza libro autobiografico ma anche d’insegnamento per i giovani perché la vita del Maestro è un esempio eclatante di come la musica possa salvare da situazioni difficile. Edito da Bertoni, “Non mi ricordo una mazza” è il racconto in prima persona della carriera del musicista e personaggio tv al pari della recente pubblicazione di Elena Di Cioccio. Cosa abbiano fatto concretamente le canzoni per lui, l’artista romano lo ha svelato in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.
Gianni Mazza libro, quando la musica lo ha salvato
“La musica mi ha salvato sempre, anche nelle cose minori ma fastidiose. Per esempio, quando facevo il militare, si accorsero che ero un musicista perché compravi in un film di Little Tony proiettato in caserma e mi chiesero di formare un gruppo e poi di seguirlo. Questo mi mise in una condizione agiata di cui quasi mi vergognavo con gli altri commilitoni. Restavo in branda quando i miei compagni facevano le levatacce e, all’esercitazione del lancio della bomba a mano, arrivai portato dall’ambulanza mentre gli altri si dovettero fare non so quanti chilometri a piedi.”
Gianni Mazza libro, di cosa parla il libro
“Tento di ricostruire una carriera di oltre sessant’anni, ripercorrendone tutte le tappe: i miei esordi e le prove col gruppo nel salottino di casa, le prime esperienze come compositore, le tournée in giro per il mondo con Little Tony, gli spettacoli teatrali, la televisione. Tra burle e provocazioni scrivo un “trattato di amnesia consapevole” in cui forse trascuro qualche esperienza del suo immenso curriculum, ma non dimentico di raccontarmi come uomo, oltre la musica, attraverso gli affetti, le passioni e i rapporti costruiti negli anni con gli artisti che con me hanno via via collaborato.
Sulla sua prima band
“Ci chiamavano i Freddie’s, eravamo i musicisti di Freddie. Lui non era solo il cantante ma anche quello più fico tanto che aveva una spider rossa bellissima. Raramente siamo usciti dal Lazio ma avevamo comunque uno zoccolo duro di fan che ci seguiva data dopo data. Ora Freddie vive a Tagliacozzo.”
Sulla cucina di Renzo Arbore
“Non so se la gente è a conoscenza del fatto che Renzo cucina benissimo. E non piatti semplici. Una volta si presentò con una cartata di granchi vivi, a me facevano impressione. Con buona pace degli animalisti, devo ammettere che ne venne fuori un piatto delizioso che ancora ricordo con piacere.”
Sulla sua partecipazione a Sanremo
“Era il 1991, io mi divertii molto ma ammetto che non andò come ci si aspettava. Diciamo che non fu “Il clarinetto” di Arbore ma io non sono Arbore e l’ironia de “Il lazzo” fu travisata. La verità è che la canzone piacque agli organizzatori tanto che mi vollero nel cast ma all’Ariston arrivai da solo, senza struttura e casa discografica e pagai dazio.”
Ecco il link del podcast dell’intera intervista al Maestro Mazza:
https://www.radiocusanocampus.it/it/maestro-mazza-la-vita-e-la-carriera
Ecco la copertina del libro “Non mi ricordo una mazza” di Gianni Mazza:
Ecco il video de “Il lazzo” del Maestro Mazza: