Roma-Milan, Pioli: “Non c’è una diagnosi per Ibra. Leao? Sono tutti miei figli”
Il Milan di Pioli torna in campo nella sfida valida per la 32^ giornata di Serie A contro la Roma. I rossoneri sono reduci dalla vittoria per 2-0 contro il Lecce (rivivi QUI la cronaca) e dal passaggio del turno in Champions League, che ha consentito loro l’accesso alla semifinale. È un momento d’oro per gli uomini di Pioli, che alla vigilia di Roma-Milan è intervenuto in conferenza stampa per analizzare la sfida contro i giallorossi. Di seguito le sue parole: “Bisogna dare continuità alle nostre prestazioni, facendo in modo che la prossima partita sia quella più importante – riporta TuttoMercatoWeb. Ed è così: la gara di domani vale doppio e bisogna affrontarla con lo spirito e la convinzioni adatti”.
Roma-Milan, le parole di Pioli
Proseguendo, Pioli ha parlato di quelle che sono le insidie della Roma e di ciò che può mettere in difficoltà il Milan: “Per 7 partite in casa nel 2023 non ha subito gol e ha giocatori davanti che possono far gol in qualsiasi momento. Noi dovremo provare a tenere il controllo della gara”.
L’allenatore del Milan ha dedicato qualche parola al grande momento di Leao: “È un giocatore molto dentro, lo è sempre stato; poi in tutte le stagioni ci sono alti e bassi, anche per lui. Ora sta bene fisicamente e mentalmente e le prestazioni positive ti fanno fiducia, entusiasmo e volontà di dimostrare chi sei. Da lui ci aspettiamo tanto”.
Sulle condizioni di Ibrahimovic, infortunatosi nel riscaldamento contro il Lecce, queste le parole dell’allenatore rossonero: “Sta un pochettino meglio, ma non abbiamo una diagnosi definitiva; vediamo nei prossimi giorni. Out Pobega e anche Florenzi per febbre. Giroud? Sta bene, ha avuto necessità di riposare e ora è pronto per giocare”.
Riprendendo le parole di Leao, che ha affermato di vedere in Pioli una sorta di padre, l’allenatore rossonero ha risposto così: “I miei giocatori son tutti miei figli, dalla mattina alla sera, anche quando sono a casa penso a loro. Parlo con loro quotidianamente, sia di calcio che su altre situazioni: sono sì fortunati, ma hanno le problematiche dei ragazzi di 20 anni. Rafa è il giocatore che è stato di più nel mio ufficio negli ultimi anni, quindi c’è il legame più forte”.