Per le pensioni minime di maggio solo brutte notizie. A pochi giorni dal pagamento del cedolino di maggio, non si può non trattenere il disappunto nei confronti delle pensioni minime.
E per questo mese che l’Ente nazionale di previdenza sociale sta per terminare il calcolo per l’erogazione dei conguagli, arretrati e verificando l’erogazione delle diverse prestazioni assistenziali.
Pensioni minime, la beffa di maggio: cosa accadrà tra qualche giorno?
L’Ente nazionale della previdenza sociale non ha lavorato gli aumenti delle pensioni minime. L’intervento era, forse, uno dei più attesi per il mese di maggio 2023, purtroppo, nessun aggiornamento in tal senso è stato rilevato nella posizione previdenziale dei pensionati.
Dopo settimane di ritardi, le ultimissime voci portavano all’erogazione degli arretrati nel cedolino delle prestazioni assistenziali di maggio 2023. L’INPS non ha deciso di applicare alcun arretrato sulle pensioni minime.
Nessuna buona notizia, in merito agli arretrati che spettavano ai percettori del Reddito di cittadinanza.
Certo, sotto il profilo erariale, coloro che presentano il nuovo modello 730 precompilato nei termini, potrebbero ottenere il rimborso spettante molto rapidamente.
Non poteva mancare all’appello il bonus 150 euro e l’ultima lista di aventi diritto, ormai sfoltita del tutto.
Buone notizie, anche per i percettori della Naspi che si apprestano a ricevere il contributo spettante a breve.
Il vero problema è, la non presenza dell’aumento più all’adeguamento definitivo sulle pensioni minime.
Cosa cambia a maggio per i trattamenti minimi?
L’obiettivo dell’Esecutivo è stato quello di permettere di completare il ciclo di ricalcolo degli importi previdenziali, in seguito all’applicazione della perequazione nella misura del 7,3 per cento.
Un ricalcolo messo a regime con decorrenza dal 1° gennaio 2023, ma a cui è mancata l’adeguamento dell’Ente nazionale della previdenza sociale. Certo, non è un mistero che sulle pensioni minime si attendeva questo ricalcolo per il mese di maggio 2023.
Oltretutto, si aspettava la ricalibrazione della perequazione sulle pensioni minime, una rimodulazione a pieno vantaggio degli over 75 che potrebbero ricevere un importo vicino ai 600 euro mensili.
Una rimodulazione prodotta dall’adeguamento nella misura del 6,4 per cento e dall’applicazione dell’indice incrementale nella misura dell’1,5 per cento per gli under 75.
Partendo dal semplice presupposto che l’Ente nazionale della previdenza sociale ha trattato l’adeguamento molto più corposo di altre prestazioni previdenziali, si attendevano buone notizie anche per le pensioni minime.
Ed è indispensabile fare un appello contro l’evidente intenzione dell’Ente di procrastinare l’aumento sulle minime.
Per gli over 75 non c’è l’aumento della pensione minima previsto dalla legge di Bilancio 2023, nessuna rivalutazione dell’assegno INPS, niente sul mancato adeguamento al valore di 600 euro, saltata ogni possibile variazione in aumento nel cedolino di maggio 2023.
Bonus temporaneo e mancato adeguamento definitivo delle pensione minime
Il pagamento delle pensioni minime è atteso per la data del 2 maggio 2023. In questa data si apre il calendario per il ritiro della pensione presso gli uffici di Poste Italiane. Il 2 maggio dovrebbe arrivare anche l’accredito del cedolino sul conto corrente bancario e postale.
Il governo italiano nella Manovra 2023 ha previsto l’applicazione di un bonus temporaneo diretto alle pensioni minime. Si tratta della messa in pratica di una percentuale nella misura dell‘1,5 per cento per il corrente anno, che diventa della misura del 6,4 per cento per gli over 75.
Per il 2024 il bonus temporaneo prevede l’applicazione della percentuale del 2,7 per cento.
Con decorrenza dal 1° gennaio 2023, la pensione minima si è attestata sul valore pari a 563,74 euro, grazie alla rivalutazione nella misura del 7,3 per cento, mentre con il bonus temporaneo slitta a 572,20 per gli under 75 anni, mentre sale a 599,82 euro per gli over 75.
Innanzitutto, si parla di un incremento massimo della pensione minima. Come spiega Pmi.it, se ad esempio, l’under 75 percepisce una pensione pari a 300 euro mensile con l’applicazione del bonus passa a 304,50 euro mensili. Per gli over 75 l’aumento slitta a 19,20 euro, ovvero a una pensione mensile pari a 319, 20 euro.
D’altra parte, l’applicazione della perequazione nella misura del 7,3 per cento è stata percepita nel periodo compreso tra gennaio e aprile 2023.
A slittare è stato l’adeguamento definitivo delle pensioni minime. La difficoltà dell’Ente è dovuta all’aggiornamento del sistema di calcolo passato da tre fasce di perequazione a 6 fasce di reddituali.