PNRR cultura turismo. “Voglio che sia chiaro ancora una volta che noi spenderemo i soldi del Pnrr e che il lavoro che stiamo facendo è determinato a spendere quelle risorse nel migliore dei modi”, è il commento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni al margine dell’incontro, a Londra, con il Primo Ministro britannico Rishi Sunak. La premier interviene in modo definitivo e chiaro sulle polemiche scatenate dall’interrogazione prima al Senato della Repubblica, poi alla Camera dei Deputati del ministro Raffaele Fitto sul Piano Naizonale di Ripresa e Resilienza. Un dossier spinoso per l’Esecutivo italiano, in quetse ore alle prese con la definizione dei 27 target stabiliti e da attuare entro il 30 giugno 2023 per accedere alla quarta tranche di aiuti economici previsti in sede europea. L’Italia è infatti indietro per quanto riguarda l’attuazione del Piano e il Governo è per questo oggetto degli attacchi delle opposizioni. Se questo è vero, c’è però un settore dove il nostro Paese è leader a livello europeo: quello della cultura e del turismo. O almeno, è quanto sostiene un’indagine di Associazione Civita che ha confrontato il piano italiano con quelli di Spagna, Francia e Portogallo.
PNRR della cultura e del turismo, cos’è?
PNRR cultura turismo. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Ministero della Cultura fa parte della Missione 1, quella dedicata a digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e ha l’obiettivo principale di ristrutturare i siti strategici del patrimonio italiano, favorendo allo stesso tempo la nascita di nuovi servizi. L’ottica è quella di sfruttare anche la partecipazione della società, così da far sì che la cultura sia una leva di inclusione e accessibilità. In questo l’Italia ha fatto meglio della gran parte degli altri paesi europei, tanto da attestarsi come possibile leader culturale nella gestione dei fondi.
L’Italia ha già messo a disposizione 4,65 miliardi
Stando ai dati diffusi dal rapporto dell’Associazione Civita, in un documento che prende il nome di “La cultura nei piani di ripresa e resilienza di Portogallo, Spagna, Francia e Italia. Un confronto sullo stato di avanzamento”, emerge come il nostro paese abbia messo a disposizione circa 4,65 miliardi, su un totale complessivo di 6,68 miliardi dedicati alla cultura, una percentuale pari al 70% del totale. Non solo, l’Italia è uno dei pochi paesi ad aver già presentato domanda per la terza tranche di aiuti alla Commissione europea, insieme a lei infatti c’è solo la Spagna. In un quadro più generale infine, emerge come Francia e Italia risultino essere in Europa le più efficienti nel distribuire le risorse messe a disposizione dal Piano.