In pensione a 62 anni nel 2024, sarà possibile? In tema previdenziale nel 2023 sono stati fatti tanti passi. La Manovra 2023 ha aperto la strada verso la riforma degli aiuti economici, ma soprattutto, sono state inserite le norme che riducono lo scalone lasciato vacante dalla pensione anticipata Quota 100 alla pensione di vecchiaia.

Nel dettaglio le norme introdotte hanno modificato l’aspetto pensionistico italiano, permettendo un’uscita a 62 anni di età, se accompagnata da almeno 41 anni di versamenti contributivi. Si tratta di una normativa previdenziale che tendenzialmente punta a soddisfare le richieste formulate nel corso degli anni dall’Unione Europea.

Pensioni, 62 anni nel 2024: come andare in quiescenza?

L’aggiornamento del sistema previdenziale è maturato anno dopo anno, passato da Quota 100 (62 anni e 38 anni di contributi) a Quota 102 (64 anni e 38 anni di contributi), fino all’introduzione della Quota 103 (62 anni e 41 anni di contributi).

Di più, considerando i cambiamenti che ha subito la pensione donna Opzione donna, passata da misura libera a una vincolata a più condizioni.

Insomma, la distribuzione dei requisiti e condizioni è stata realizzata secondo una scaletta che porta ad abbracciare le regole della Riforma Fornero. In materia previdenziale è attesa la nuova riforma pensioni con l’introduzioni di nuove misure e correttivi a quelle già esistenti.

Nelle ultime settimane, sono moltissime le domande ricevute che sollevano il problema della pensione anticipata dal prossimo anno, più precisamente per chi compie 62 anni nel 2024. Analizziamo nel dettaglio, le varie prospettive previdenziali.

Dai bonus alle pensioni: quanti e quali possibilità per i lavoratori?

Nel corso del 2023 sono stati confermati diversi bonus, contributi e agevolazioni legati alla genitorialità, altri in tiratura d’arrivo, come ad esempio il Reddito di gravidanza.

Si tratta di numerosi incentivi rivolti a sostenere le famiglie, come il bonus centri esitivi 2023 e così via. Oltretutto, dal mese di luglio arriverà anche la Postepay Carta risparmio spesa. Insomma, sotto questo punto di vista il 2023 è partito abbastanza bene.

Il vero problema, riguarda la sfera pensionistica, più precisamente per chi compie 62 anni di età nel 2024.

Chi può andare in pensione nel 2024?

Nel sistema previdenziale un passo è stato fatto e non di poco conto, considerando che la pensione anticipata con Quota 103, è stata istituita come strumento transitorio per frenare la riforma Fornero.

Tuttavia, la stessa uscita anticipata è stata legata a paletti abbastanza rigidi. Si parla, infatti, di un’uscita dal lavoro a 62 anni di età con 41 anni di contributi, se perfezionati entro il 31 dicembre 2023.

Diversamente, il lavoratore deve maturare 67 anni e 20 anni di contributi per ritirarsi dal lavoro con la pensione di vecchiaia.

Si tratta di una normativa che non prevede il differimento della misura Quota 103 per il 2024, lasciando fuori dal trattamento i nati nel 1962.

D’altra parte, è altresì vero, che diverse aziende applicano lo scivolo pensionistico, mandando a casa i lavoratori 5 anni prima.

Purtroppo, si tratta di una prospettiva di pensionamento aziendale, soggetto alla sottoscrizione di più accordi tra le parti, quali: INPS, datore di lavoro, parti sociali e lavoratore.

Nel 2024 in pensione con Quota 41 precoci

In primo luogo, esiste la possibilità per i lavoratori precoci di poter lasciare il lavoro con solo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età raggiunta all’atto del pensionamento.

Purtroppo, questa tipologia di misura non è per tutti, ma strettamente legata alla presenza di una o più condizioni. I lavoratori precoci, ovvero chi ha maturato un anno di contribuzione prima dei 19 anni di età, può ritirarsi prima dal lavoro.

Una prospettiva pensionistica riservata ai lavoratori che rientrano in una delle categorie di tutela previste dalla normativa, come: caregiver, invalidi, disoccupati e lavoratori gravosi.

Come sarà la riforma delle pensioni nel 2024?

Secondo numerosi esperti, la nuova prospettiva previdenziale sarà legata alla previdenza obbligatoria. Nell’ambito dell’implemento dei fondi pensione, saranno lanciate delle campagne “ad hoc” per il “nuovo anno zero”.

Il vero problema è, l’assenza delle risorse disponibili che non permette di trovare un quadra con le parti sociali.

Nessuna via possibile, neanche un compromesso per aggiustare il tiro su una o più formule previdenziali. Il governo italiano non è pronto a sostenere nuove misure. Nessun nuovo intervento previdenziale risulterebbe proponibile non per la forma, ma per l’impatto nei conti pubblici.

L’alternativa resta la pensione anticipata ordinaria con un’uscita dal lavoro a 41 o 42 e 10 mesi di versamenti contributivi e una finestra mobile di 3 mesi. Diversamente, la pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni e 20 anni di contributi.