Usa a lavora in Sudan per la tregua di carta pesta. O anche, gli Usa sono la Penelope del giorno che tenta di creare un cessate il fuoco di tela, i combattenti del Sudan quella di notte che disfa la tela. Nonostante le diverse tregue sancita tra gli schieramenti nella lotta fratricida che sta affossando il Sudan, nessuno dei due la vuole realmente. L’ultima è stata dichiarata martedì 25 aprile, in scadenza il 27 ma che, forse, potrebbe essere estesa per altre 72 ore.
Ma a quanto pare potrebbe essere solo una proroga fittizia, che può terminare da un momento all’altro. Questo perché continuano gli attacchi da parte dei due schieramenti. Colpi di mitragliatrice scuotono le vie e fanno tremare gli edifici dove si sono nascosti gli abitanti del Paese africano. La situazione è critica, tanto che alcuni testimoni hanno raccontato di “pesanti attacchi aerei” nella zona del Nilo orientale, a est Khartum, e di “una enorme esplosione in direzione di un campo paramilitare“.
Guerra in Sudan, gli Usa tentano di estendere la tregua
Gli Usa sono dunque scesi – o meglio tornati – in campo per tentare di prolungare la tregua in Sudan. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, si è rimboccato le maniche e si è messo a lavoro per estendere il cessate il fuoco. “Stiamo lavorando molto attivamente per estendere il cessate il fuoco“, ha spiegato ai giornalisti.
Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha annunciato di voler lavorare per mantenere il paese in un limbo dove l’unico rumore che si possa sentire è quello dei civili che tentano di fuggire in luoghi ameni e sicuri. In Sudan la situazione “è grave” e l’Italia è all’opera “per favorire un cessate il fuoco e una tregua: è questo l’ unico modo per stabilizzare la regione e contenere nuovi flussi migratori irregolari“, ha ribadito Tajani durante il question time alla Camera. Il ministro ha poi lanciato un appello all’Europa: “L’Ue deve evitare un vuoto politico che può essere riempito da altri attori“.
Mentre le cancellerie di tutto il mondo – sicuramente dei paesi più interessati – incrociano le dita a che non si spari più, diversi Stati continuano a far evacuare i propri cittadini. Anche la Cina ha scelto la via della sicurezza e ha infatti impegnato diverse navi della marina per portare in salvo i cinesi in Sudan. Il portavoce del ministero della Difesa cinese ha infatti parlato di una situazione in continuo deterioramento. Solo i volontari, come chi fa parte di Emergency, hanno scelto di rimanere per aiutare i civili a rimanere in salvo o a farli fuggire.