Più che un addio al centrosinistra. Una emorragia interna sta causando una vera perdita di esponenti storici e di parlamentari dalla sinistra italiana.

Addio al centrosinistra, tanti in fuga dal PD

Fra sospetti, voci, smentite e fughe a sorpresa, l’ultima è l’addio di Enrico Borghi. Deputato per 9 anni con i Dem nella 17 e 18° legislatura, riconfermato nella 19°, è stato nella seconda segreteria di Enrico Letta Responsabile sicurezza del PD. Fino all’addio maturato all’ombra di uno schieramento politicoche, come ha ribadito lo stesso senatore, con l’arrivo di Elly Schlein, “ha fatto una mutazione genetica che va rispettata”. Dalle pagine de La Repubblica, con cui il 55enne ha annunciato il suo cambio di casacca, Borghi accusa il Nazareno di essere “diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga”, “che parla di deboli e poi agevola lo sfruttamento proprio dei più deboli.

Dem in fuga

Meno di una settimana fa, ad annunciare il mancato rinnovo della sua tessera annuale è stato un altro che dei Dem ha contribuito anche alla nascita: l’ex senatore Andrea Marcucci, secondo cui la scelta della nuova segretaria, aveva significato una svolta “troppo lontana dalle mie idee”.

Ma il primo a fare le valigie dal Partito Democratico è stato l’ex ministro Giuseppe Fioroni, storico dirigente del partito dai tempi della Margherita e deputato per ben 5 legislature: “Nasce un nuovo soggetto – ha detto il giorno dopo la vittoria della Schlein – che non è più il Pd che avevamo fondato”.

Punti di sutura, punto di accordo?

Ma sono tanti, fra gli esponenti di primo piano, quelli che – si vocifera – penserebbero seriamente a stracciare non le loro vesti ma le loro tessere: da settimane i nomi su cui son maggiormente puntati i riflettori sono quello del sindaco di Bergamo Giorgio Gori e quello di Firenze Dario Nardella. E anche a Bruxelles le truppe vacillano: potrebbe essere Caterina Chinnici a lasciare il PD, in direzione Forza Italia. Partito che, mentre il suo leader è in convalescenza, rimpingua i ranghi anche a Roma, accogliendo il Movimento di Giancarlo Cancelleri dai 5 Stelle. I punti sulla ferita, per evitare che il sinistra-centro si dissangui, dovranno metterli Elly Schlein e Giuseppe Conte, promossi chirurghi sul campo. Che sia un preludio a una nuova cucitura fra PD e 5 Stelle?