Alessandro Altobelli fa parte della storia del calcio italiano e infatti è stato inserito nella Hall of Fame della FIGC. Campione del Mondo nel 1982 con l’Italia di Enzo Bearzot, nella finale contro la Germani subentrò all’infortunato Ciccio Graziani dopo appena sette minuti trovando la rete del 3-0 nelle fasi finale del match. Attaccante completo che ha scritto pagine importanti del calcio italiano negli anni 80 con la maglia dell’Inter, nella sua carriera anche una stagione alla Juventus e la duplice avventura con il Brescia. Con la casacca azzurra venticinque gol in sessantuno partite che lo collocano sesto nella graduatoria dei marcatori all time dell’Italia.
Altobelli nella Hall of Fame
Ricevere questo premio è una bella sorpresa e una grande soddisfazione. Non è da tutti entrare a far parte della storia del calcio italiano, servono sacrifici e bisogna farsi trovare pronti nei momenti cruciali. Devo ringraziare tutti i compagni di squadra dell’Inter e tutti i grandi campioni con cui ho avuto la fortuna di giocare in Nazionale
E’ nel destino di pochi segnare in finale di un Mondiale, significa entrare di diritto nella storia del calcio e del paese rappresentato in caso di vittoria finale. L’Italia dell’82 era una macchina perfetta con un pilota come Enzo Bearzot che conosceva a fondo ogni lato caratteriale di quella squadra. Emblematica la scelta di convocare Paolo Rossi, rientrato da poco dalla squalifica, al posto del capocannoniere del campionato Roberto Pruzzo. Ricorda quei momenti Alessandro Altobelli:
Nelle prime partite, quando non riusciva a segnare, tutti attaccavano Paolo Rossi. Io sapevo che non avrei mai giocato perché Bearzot era calcisticamente innamorato di lui. Gli dicevo ‘Paolo, stai tranquillo, vedrai che il gol arriverà’. Ne sono arrivati tre tutti insieme e non si è più fermato. Ci ha fatto vincere il Mondiale, dando ragione a Bearzot e a noi compagni di squadra, che lo abbiamo aiutato in tutti i modi. Avevo giocato una ventina di minuti anche in semifinale perché Ciccio si era fatto male quando ho visto che in finale è caduto a terra e si teneva la spalla mi sono immediatamente tolto la tuta, non ho dato a Bearzot nemmeno il tempo di ragionare. Cercavo quel gol, ero sicuro dei miei mezzi ed ero in forma. Quando ho segnato ho solo pensato che avessimo chiuso la partita proprio come disse Pertini in tribuna. Solo più tardi, a mente fredda, ho realizzato davvero cosa avevo fatto, anzi cosa avevamo fatto
L’avventura in maglia azzurra cominciò con l’Europeo del 1980 trovando il momento migliore durante il Mondiale di Messico 86 dove Spillo realizzò quattro delle cinque reti segnate dall’Italia nel torneo che si concluse agli ottavi per mano di Michel Platini e la sua Francia. Era il mondiale di Spillo come ricorda:
La Francia era una gran bella squadra, ma anche noi eravamo forti. Quello era il mio Mondiale, ci arrivavo da titolare dopo un grande campionato. Segnai subito all’esordio con la Bulgaria, poi ancora su rigore contro l’Argentina di Maradona e nella terza partita feci altri due gol con la Corea del Sud, oggi sarebbero stati tre perché avrebbero probabilmente assegnato a me quella che allora fu considerata un’autorete. Lineker vinse il titolo di capocannoniere con sei gol, chissà se fossimo andati avanti quanti ne avrei potuti segnare
La carriera di Altobelli
L’esordio in Serie C con la maglia del Latina prima del salto di categoria con la maglia del Brescia. Non risente della Serie B andando in doppia cifra con le rondinelle per due stagioni prima della grande chiamata. Altobelli era finito nell’agenda di tutte le big del calcio italiano con l’Inter che è riuscita a spuntarla, in nerazzurro saranno 466 presenze realizzando ben 209 reti e vincendo uno Scudetto e due Coppe Italia:
Dopo il secondo anno a Brescia mi volevano tutti: Milan, Juventus, Inter. La fortuna volle che il presidente del Brescia fosse Francesco Saleri, tifosissimo dell’Inter. Fu lui ad accompagnarmi a Milano per la firma. Nella mia carriera ho giocato insieme e affrontato un numero infinito di campioni: Maradona, Platini, Falcao, Boniek, Junior. Ogni tanto sfoglio gli album Panini degli anni Ottanta e torno a quei tempi. Che tempi! Il compagno più forte che ho avuto è stato Beccalossi, era un genio del calcio. Ed è incredibile che non sia mai stato convocato in Nazionale. I difensori più difficili da superare Gentile e Vierchowod. Quando dovevo affrontare Pietro dormivo poco la notte, ma per lui era lo stesso