Nuova svolta nel caso dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi: il sostituto procuratore generale di Roma Bruno Giangiacomo e il sostituto procuratore di Velletri Francesco Brando hanno chiesto ai giudici della Corte d’appello di Roma la conferma dell’ergastolo per i due uomini che hanno ucciso Willy Monteiro Duarte.
Caso fratelli Bianchi, il Pg: “La morte di Willy è un evento indecente”
In aula oggi erano presenti i due fratelli, gli altri due imputati (Francesco Belleggia e Mario Pincarelli) e la madre della vittima, Lucia Monteiro. Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 maggio quando la parola passerà agli avvocati della difesa.
La morte di Willy è un evento indecente, è assurda nei motivi e nelle modalità che l’hanno determinata. Si è trattato di un’azione che, nel caso di specie, ha avuto una durata apprezzabile, quantificabile in circa 50 secondi, e, in questo lasso temporale, tutti gli imputati non solo non hanno mai desistito ma, anzi, hanno intensificato la condotta: lo hanno fatto agendo in quattro contro uno, proseguendo per tutto questo tempo a martoriare Willy, infierendo su un corpo che, sin dai primi secondi, già appariva totalmente remissivo.
Hanno tuonato Giangiacomo e Brando.
“Andavano a fare gli arroganti in giro”
I magistrati hanno poi sottolineato il passato turbolento dei due imputati:
Sono soggetti conosciuti per avere la fama di picchiatori e infatti in passato sono stati arrestati per fatti analoghi e rinviati a giudizio (sempre aggressioni di più soggetti contro uno, peraltro ai danni di soggetti extracomunitari.
E hanno aggiunto:
Sono persone che andavano a fare gli arroganti in giro. Sono persone che vivevano nel lusso senza fare nulla e che quindi vivevano di delitti. Sono persone, infine, che hanno dimostrato di non aver avuto alcuna revisione critica del loro operato, come emerge dal loro esame in occasione del quale hanno reso dichiarazioni miranti a dare la responsabilità esclusiva dell’evento a Belleggia, e, badate, non è un caso, visto che ritengono Belleggia il ‘traditore’, e nel corso del quale hanno addirittura mostrato un atteggiamento quasi offensivo nei confronti dei familiari della persona offesa.