Con l’arresto di Matteo Messina Denaro, lo scorso gennaio era sceso a quattro il numero dei latitanti di massima pericolosità ancora a piede libero. Tra loro figurava anche Pasquale Bonavota, il membro della ‘ndrangheta arrestato oggi a Genova nell’ambito dell’inchiesta Rinascita-Scott coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Ecco chi è e chi sono gli ultimi tre ricercati ancora in circolazione.

Chi è Pasquale Bonavota, il latitante arrestato a Genova

49 anni, originario di Vibo Valentia, Pasquale Bonavota era tra le new entry dell’elenco dei latitanti di massima pericolosità stilato dal ministero dell’Interno nell’ambito del “programma speciale di ricerca”. Vi era stato inserito nel 2018, dopo che un’inchiesta sulla ‘ndrina dei Bonavota aveva permesso di accertare il suo ruolo di comando all’interno dell’organizzazione criminale calabrese. Da allora l’uomo, classe 1974, aveva fatto perdere le sue tracce. È stato arrestato oggi, 27 aprile, a Genova, dove i carabinieri del Ros lo hanno rintracciato grazie alle indagini portate avanti dalla Procura di Catanzaro, la cui sezione distrettuale antimafia è coordinata da Nicola Gratteri.

Bonavota era rimasto l’unico latitante dopo l’esecuzione dell’operazione rinominata Rinascita-Scott, che nel 2019 aveva portato all’arresto di ben 334 persone, coinvolte, a vario titolo, negli affari illeciti della ‘ndrangheta. Ora che è stato catturato, dovrà rispondere del reato di omicidio aggravato in concorso e associazione mafiosa.

Era una persona al vertice dell’organizzazione criminale e non per questo era il primo della lista dei super latitanti in Italia. Un capo non può stare fermo, deve continuare a muoversi e a gestire ‘gli affari’, sennò perde il potere all’interno della cosca,

ha dichiarato Gratteri a Fanpage.it, commentando la notizia dell’arresto. Il procuratore di Catanzaro ha inoltre spiegato che la cattura è stata resa possibile grazie ad alcune intercettazioni telefoniche: da anni gli inquirenti erano sulle tracce dell’uomo; una volta individuato a Genova, dove, grazie a una fitta rete di fiancheggiatori si sarebbe nascosto indisturbato, facendo da spola con la Francia, era stato pedinato per tempo, fino ad oggi. Un vero e proprio successo, quindi, che arriva a pochi mesi da quello realizzato con l’arresto di Messina Denaro presso la clinica “La Maddalena” di Palermo.

Scende a tre il numero dei super latitanti in circolazione

Ora che Bonavota non è più latitante, il numero dei super ricercati italiani è sceso ulteriomente. Sarebbero tre, secondo il ministero dell’Interno, le persone di massima pericolosità ancora in circolazione. Si tratta di Renato Cinquegranella, Attilio Cubeddu e Giovanni Motisi. Cinquegranella è nato a Napoli nel 1949 ed è ricercato dal 2002. Storico membro della Camorra, è accusato di aver partecipato a una serie di delitti di natura mafiosa, tra cui l’omicidio di Giacomo Frattini, ucciso e fatto a pezzi per vendetta negli anni Ottanta, nell’ambito di una guerra tra clan rivali.

Cubeddu, sardo, è del 1947 ed è noto alle autorità da ben prima di finire nell’elenco dei massimi ricercati. È latitante dal 1997, quando, in occasione di un permesso premio, non fece ritorno, come previsto, nel carcere di Badu ‘e Carros, dove era recluso per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Era stato arrestato nel 1984 e condannato a 30 anni di carcere: è evaso prima di poter portare a termine la pena e ancora oggi non è stato rintracciato.

Tra i più pericolosi c’è, infine, Giovanni Motisi, storico braccio destro di Totò Riina, nato nel 1959 e ricercato dal 1998. Su di lui pesa una condanna all’ergastolo per omicidio: secondo gli inquirenti, fu tra i responsabili della morte di Giuseppe Montana, il poliziotto originario di Agrigento impegnato nella ricerca dei latitanti ucciso a colpi di pistola nel 1985.