Non si placa la polemica politica nel centrosinistra all’indomani dell’addio del senatore Enrico Borghi, che ha svestito la casacca del Pd per abbracciare la causa di Italia Viva. Mentre i renziani esultano e accolgono il nuovo arrivato, dai Dem filtra tranquillità sul fatto che si tratti di un caso isolato (Renzi però si attende altre fuoriuscite, come dichiarato nella Enews di questa mattina).
Al di là delle questioni ideologiche c’è un motivo preciso per cui il dibattito si trascina: il significato politico e parlamentare di questo “acquisto”. Così facendo Italia Viva acquisisce un sesto senatore a Palazzo Madama, avendo così il numero minimo per costituire una propria rappresentanza. Se tale operazione dovesse andare in porto, Azione di Carlo Calenda scalerebbe verso il gruppo misto.
C’è poi il dossier Copasir, l’autorità di vigilanza, di cui Borghi è membro. Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, ha chiesto ufficialmente le sue dimissioni, forse imbufalito dal fatto che non ci sia stata alcuna comunicazione preventiva. Anche perché, il Nazareno passa ora in “svantaggio” con un unico membro nel board (Lorenzo Guerini, presidente), rispetto ai due di Iv (oltre a Borghi c’è l’ex Pd Ettore Rosato).
Dimissioni Enrico Borghi dal Copasir, Guerini: “Nessun cambiamento formale”
Tuttavia, Guerini cerca di smorzare immediatamente la questione, sottolineando che dal punto di vista formale non ci sono cambiamenti:
Non voglio drammatizzare l’uscita di Borghi, ma neanche archiviarla con una semplice alzata di spalle. Copasir? La legge impone che maggioranza e opposizione siano equamente rappresentati: pertanto, è tutto in regola.
Maria Chiara Gadda, senatrice di Italia Viva, accoglie con favore le parole di Guerini (Pd) sulla richiesta di dimissioni dal Copasir per Enrico Borghi. Sulla proposta di costituire un partito unico, la parlamentare glissa sottolineando che le condizioni ci sono “ma in questo momento non è all’ordine del giorno”.
Lei stessa torna poi sulla questione Terzo Polo, che per i renziani rimane un capitolo ancora aperto:
Italia Viva rimane fedele al suo obiettivo: costruire un partito nuovo. Chi vorrà esserci in questo percorso non troverà mai le porte chiuse
Chi invece non sembra aver digerito particolarmente il modo con cui Borghi ha sbattuto la porta è Marco Meloni, sponda Pd:
Lo trovo un gesto isolato, come risultato di una decisione grave e immotivata. Le sue affermazioni e la caricatura con cui parla del partito che lo ha eletto sono false e tipiche della propaganda di destra
Elly Schlein stupita dall’addio di Borghi al Pd
Al momento la segretari del Pd Elly Schlein non ha ancora rilasciato dichiarazioni sull’addio di Enrico Borghi al Pd ma chi ha avuto modo di parlare con lei, dicono fonti parlamentari, racconta di una Schlein “stupita e non preoccupata”. nessuno in casa dem si aspettava questa mossa. L’Agi scrive:
“Un esponente della segreteria dem, ad esempio, ricorda che Enrico Borghi era considerato “il cantore dell’era Letta” e aveva tenuto posizioni molto critiche contro Matteo Renzi e Italia Viva, fino a pochi mesi fa”.
Il timore all’interno del partito è che possano esserci altri saluti. I veterani del Pd sono attenti alle mosse di Matteo Renzi, sicuri che stia studiando una “fuga dal Terzo Polo” per formare di gruppi autonomi alla Camera e al Senato.
Le notizie sulla possibile uscita dell’europarlamentare del Pd, Caterina Chinnici, pronta a entrare in Forza Italia, sarebbe cassata dal Partito Democratico come rumor.
Si vocifera il prossimo potrebbe essere anche Piero De Luca, nonostante la sua smentita.