Nuovo salvataggio di migranti da parte del veliero Nadir, della ong Resqship. L’imbarcazione ha recuperato 41 persone, rimaste bloccate su una bagnarola in area Sar maltese. Per loro le autorità italiane hanno assegnato il porto di Lampedusa. Tra i migranti tratti in salvo anche una donna incinta ed un bambino di 4 anni. La ong Resqship ha parlato di una situazione “drammatica”.
La situazione nel Mediterraneo è drammatica. In poche ore il nostro equipaggio è stato informato di numerose emergenze in mare.
Superlavoro anche per il veliero Astral, di Open Arms, che è salpato ieri, mercoledì 26 aprile, da Lampedusa. I volontari della ong hanno rintracciato un altro gommone in difficoltà con 38 persone a bordo. Tra loro anche 5 minori, come confermato da Oscar Camps, fondatore di Open Arms, su Twitter.
Mentre Resqship completa il salvataggio di migranti non si fermano gli sbarchi a Lampedusa: 102 arrivi nella notte
Proprio al largo di Lampedusa sono stati salvati altri 102 migranti, sparpagliati fra tre diverse imbarcazioni. A soccorrerli motovedette della capitaneria di porto e della guardia di finanza.
Sui tre barchini c’erano persone originarie di vari Paesi dell’Africa. Tra questi Guinea, Burkina Faso, Camerun, Mali, Sudan, Tunisia, Marocco e Siria. Tutti i migranti hanno dichiarato di essersi imbarcati a Sfax, in Tunisia. Tra i passeggeri anche due minori e una decina di donne.
La pressione migratoria su Lampedusa, dunque, è più gravosa che mai. A questo scopo, ieri sera, sono partiti dall’isola i primi 400 migranti. Lo conferma il Viminale in una nota. Tra oggi e domani, venerdì 28 aprile, verranno smistate altrove altre 2.500 persone.
Tajani: “Con Piantedosi strategie comuni per superare l’emergenza”
Solo nel 2023 sono sbarcati in Italia circa 40mila migranti: si tratta di un numero quadruplicato rispetto allo stesso periodo del 2022. Una situazione che richiede un intervento urgente, come confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani durante la trasmissione Stasera Italia su Rete4.
Con il ministro Piantedosi stiamo studiando strategie comuni. Chiediamo che vengano dati subito aiuti alla Tunisia, purtroppo siamo ancora indietro. Stiamo insistendo perché si dia una prima tranche di finanziamento per permettere alla Tunisia di cominciare a fare le riforme, e man mano che farà le necessarie riforme si potranno dare altri soldi. Vediamo se il Fondo monetario, gli Stati Uniti e il resto dell’Europa saranno convinti.