Il Ministro Raffaele Fitto è intervenuto, in Parlamento, per una informativa relativa al Pnrr. Come sappiamo lo stato dell’arte del piano agganciato al next generation eu è attenzionato da quando, proprio Fitto, aveva ammesso i ritardi sulla tabella di marcia. Alcune dichiarazioni leghiste che facevo insinuare la possibilità di dover rinunciare a parte dei soldi, poi, hanno fatto il resto. Apriti cielo: preoccupazione e sdegno dalle opposizioni. Ecco perché Fitto, in qualità di titolare del dicastero competente al Pnrr, è intervenuto per calmare le acque. Non c’è riuscito del tutto visto che le opposizioni, dopo le sue parole, hanno portato avanti il disco dell’invettiva. Dal Partito Democratico lamentano la poca attenzione su talune questioni: manca la sanità secondo Malvasi, per Sarracino il Sud è stato dimentica. Il capogruppo Boccia, invece, s’è detto preoccupato della non trasparenza – da lu lamentata – del governo. Non poteva mancare il disappunto del Movimento 5 Stelle che attraverso la deputata Chiara Appendino, infatti, ha detto:
Trovo disarmante come lei, ministro, sia venuto qua a dirci che è stata bucata la scadenza del 30 aprile sul Pnrr. Il 50% delle risorse spese riguardano Superbonus e Transizione 4.0: li avete smantellati, ma al di là dei proclami, non state facendo nulla per le imprese.
PNRR, pressind opposizione. La maggioranza a sostegno di Fitto
Le voci uguali e contrarie non mancano e sono quelle relative alla maggioranza di governo che, dopo le parole di Fitto, è intervenuta nelle sue componenti partitiche per sostenere il Ministro. Roberto Pella, capogruppo in commissione bilancio di Forza Italia, dichiara:
Ciò che c’era da dire sul Pnrr, sulla sua governance e sulle interlocuzioni in Europa, è stato abbondantemente detto. Il ministro Fitto ha adottato un metodo apprezzabile, con repliche al dibattito approfondite che hanno valorizzato anche il ruolo dell’opposizione. Anci, Upi e Conferenza delle Regioni hanno ringraziato per la fattiva collaborazione che il ministro ha dato alle associazioni, coinvolgendole in una cabina di regia che molti forse hanno fatto finta di non conoscere, ma in cui sono state accolte le richieste arrivate. Il Parlamento avrà un ruolo centrale, ogni decisione verrà discussa e presa in questa sede cosa che non accadeva con altri governi. Noi non vogliamo rinunciare a nessun centesimo e a nessun progetto, rimodulare ha un significato ben diverso del verbo rinunciare, le criticità riscontrate non nascono oggi e con questo governo.
E ancora:
Mentre un governo di politicanti fa finta di nulla il nostro esecutivo pone ora i problemi per poter realizzare tutti i progetti messi in campo, anche utilizzando altri fondi europei a disposizione. Chi paventa che questo governo possa avere problemi di attuazione del piano strumentalizza solamente. Voglio ricordare che quando parliamo di Pnrr non dobbiamo dimenticare che 122 miliardi di finanziamento sono prestiti, debiti e come tali dobbiamo utilizzarli al meglio per fare in modo che gli investimenti producano un effetto volano. In questo frangente – ha concluso Pella – i piccoli comuni sono stati essenziali e ringraziamo per l’attenzione che questo governo ha dato loro perché sono quelli che oggi sono più bisognosi dei fondi del piano. Questo è il nostro modus operandi, per questo Forza Italia sosterrà con convinzione la linea, che il governo di cui fa parte, sta portando avanti nella realizzazione del Pnrr.
Fratelli d’Italia ha dato subito manforte alla informativa del Ministro sua espressione. Nel dibattito si è inserito anche il gruppo di Noi Moderati (federazione composta da Noi con l’Italia e Coraggio Italia) che ha sottoscritto quanto riportato da Raffele Fitto. Queste, nello specifico, le parole del capo politico della federazione Maurizio Lupi:
Siamo qui per costruire il futuro del Paese e non possiamo permetterci di perdere la scommessa che il Piano ci pone. Il Governo Conte ha fatto comprendere all’Europa che non ci si salva da soli, quello Draghi ha confermato che l’Italia voleva approfittare di tutte le risorse messe a disposizione. E lo fa anche il primo Governo politico da anni, quello Meloni, che nonostante quel che dice qualcuno è unito e coeso. Le risorse ci sono, ora serve il coraggio di dialogare tra noi tutti e dire cosa funziona e cosa non funziona, dirlo all’Europa senza modificare tutto radicalmente ma correggendo ciò che ne ha bisogno. L’obiettivo è la messa a terra dei progetti, rafforzare la governance e sapere che non dobbiamo costruire cattedrali nel deserto ma opere che durino e proiettino l’Italia nel futuro.
Anche Michele Schiano Di Visconti, deputato e commissario provinciale di Fratelli d’Italia a Napoli, ha parlato del Pnrr:
Quanto affermato oggi dal ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto sul Pnrr rassicura gli italiani sul fatto che nessuna delle risorse che l’Europa ha messo a disposizione della nostra nazione andrà persa o sprecata. Il governo guidato da Giorgia Meloni sta lavorando con impegno incessante affinchè gli ostacoli sorti successivamente alla definizione del Pnrr, a partire dalla guerra in Ucraina con le conseguenze che ha portato sui costi delle materie prime vengano superati. La tempistica di realizzazione di alcuni progetti andrà rimodulata, ma come ha ben spiegato il ministro Fitto anche gli interventi non realizzabili entro la scadenza prevista di fine giugno verranno ripensati e riproposti. Ci auguriamo che tutte le forze politiche lavorino nella stessa direzione, per il bene supremo dell’Italia”.
La preoccupazione principale di Save the Children in merito alle spese dei soldi del Pnrr riguarda invece gli asili:
“L’auspicio è che nel negoziare più tempo per il raggiungimento di questi obiettivi, si intensifichi il sostegno alle amministrazioni locali in maggiore difficoltà e, nel frattempo, si attivino percorsi di formazione per almeno 30.000 educatori ed educatrici che sono necessari per attivare concretamente i nuovi servizi previsti dal Pnrr soprattutto nelle regioni del Sud”.
Save The Children ha poi insistito sulle disuguaglianze e sull’importanza di lavorare sulla scuola:
“Le diseguaglianze educative si manifestano molto prima dell’accesso alla scuola dell’obbligo e hanno sui bambini un impatto di lunga durata. La povertà educativa si manifesta già nella prima infanzia: per un bambino che cresce in un contesto socio-economico svantaggiato, anche un solo anno di frequenza in un asilo nido di qualità contribuisce a ridurre in modo sostanziale i divari educativi con gli altri bambini. È fondamentale quindi che il governo assuma tra le priorità l’investimento nell’infanzia a partire dai primi anni di vita e nei servizi socio-educativi di qualità, accessibili a tutti i bambini, al fine di ridurre le disuguaglianze educative”.