Iran, ucciso l’ayatollah Abbas Ali Soleimani. La guida spirituale è stata vittima di un attentato nella giornata di oggi da parte di un assalitore successivamente fermato dalle guardie. Altre tre persone sono rimaste coinvolte nell’attentato.

Iran, ucciso ayatollah Soleimani

Abbas Ali Soleimani, un potente membro dell’Assemblea degli Esperti, è stato ucciso in un attacco armato. La conferma è poi arrivata da parte anche della stampa iraniana: “L’Ayatollah Abbas Ali Soleimani è stato ucciso questa mattina in un attacco armato“, ha riferito l’agenzia stampa Irna inoltre è stato specificato che anche l’aggressore è stato arrestato.

Dove è avvenuto l’attentato

L’attentato è avvenuto nella città di Babolsar, nella provincia settentrionale di Mazandaran. Soleimani aveva 75 anni ed era stato in precedenza uno dei più vicini al leader supremo del paese, l’ayatollah Khamenei. Ha anche rivestito il ruolo di imam che guidava la preghiera settimanale del venerdì nelle città di Kashan, nella provincia centrale di Isfahan, e Zahedan nella provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan.

Dopo la sparatoria

Confusione e paure anche ore dopo l’attacco. La Tv di stato iraniana ha inizialmente detto che Soleimani era in banca quando un altro uomo ha sfilato l’arma ad una guardia e ha iniziato a sparare. Inizialmente sembrava che l’assalitore stesse cercando di rapinare la banca, ma il suo obiettivo era l’ayatollah. Le Guardie sono prontamente intervenute ed hanno arrestato l’aggressore dopo gli spari. Le indagini sono ancora in corso e presto potrebbero rivelare il perché dell’omicidio.

Chi ha ucciso l’ayatollah: la “pista sunnita”

Tra le ipotesi al vaglio di chi ha arrestato l’assalitore c’è anche la pista sunnita. Soleimani aveva servito come rappresentante personale del leader supremo Ayatollah Ali Khamenei nella provincia di Sistan e Baluchistan, che confina con il Pakistan e l’Afghanistan. Si tratta di due Stati con una popolazione a maggioranza sunnita. In questi operano gruppi estremisti contrari al governo sciita di Teheran ma anche bande dedite al contrabbando e al narcotraffico. Già nell’aprile 2022, un sospetto estremista sunnita ha pugnalato a morte due religiosi sciiti e ne ha ferito un altro nella città di Mashhad.