Portovesme Srl, segretario Cgil invita la Meloni per il 1 Maggio. Alla Portovesme Srl sono ancora tutti in attesa. Ai quasi 1500 lavoratori della fonderia sarda non è stata data nessuna rassicurazione sulla possibilità che riparta la produzione dello stabilimento sardo. Il posto di lavoro per le centinaia di dipendenti è ancora a rischio. E dopo le manifestazioni delle scorse settimane, ora alza la voce la Cgil. Il segretario della Confederazione generale del lavoro della sezione Sardegna ha richiamato l’attenzione del governo verso una situazione ancora tutta da risolvere. Si tratta della questione che riguarda la Portovesme Srl, l’azienda sarda che ha in bilico, ancora, il futuro di quasi 1500 lavoratori. Nelle scorse settimane ci sono state manifestazioni da parte dei dipendenti, a cui sono seguiti incontri con il MIMIT, da remoto prima e poi in presenza a Roma, ma tutto è ancora in ballo. La questione che tiene i lavoratori in sospeso, così hanno sempre spiegato i vertici aziendali, riguarda il caro energia, è questo il tasto su cui premono i responsabili dell’azienda che hanno parlato con il governo, rappresentato dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto. L’ultimo incontro si è tenuto poco prima della metà di aprile e tutto è ancora in stallo, con i lavoratori che ancora non sanno cosa sarà del loro futuro e con loro centinaia di famiglie. Oggi, per tornare a portare l’attenzione sulla situazione, il presidente della Cgil della regione Sardegna ha invitato a far visita allo stabilimento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, magari proprio per la festa simbolo dei lavoratori. “La presidente del Consiglio Giorgia Meloni – le parole di Fausto Durante – piuttosto che riunire il Consiglio dei ministri l’1 maggio, potrebbe venire alla fonderia di San Gavino”. Proprio per il 1 maggio, la Confederazione del lavoro ha organizzato un’iniziativa proprio per discutere di una situazione lavorativa difficile, su in un territorio in grave sofferenza. “In particolare per una vertenza che riguarda il futuro di un’azienda, la Portovesme Srl, che per lo Stato è di interesse strategico nazionale”, ha spiegato il segretario della sezione sarda.
“La presidente del Consiglio Giorgia Meloni
piuttosto che riunire il Consiglio dei ministri l’1 maggio,
potrebbe venire alla fonderia di San Gavino”.
Portovesme Srl, il segretario della Cgil invita la presidente Meloni per il 1 maggio a San Gavino
Fausto Durante, ha anche sottolineato, ricordando al Governo, che la Portovesme Srl (la cui controllante è la svizzera Glencore), che al momento ha le macchine ferme appunto, fino a non molto tempo fa era leader della produzione di piombo, zinco e, nella fonderia di San Gavino, oro e argento. E per questo rappresenta: “l’unica azienda di interesse strategico nazionale nel settore, e quel territorio l’unico luogo in Italia in cui si fanno quelle produzioni che, purtroppo, stanno andando verso una lenta ma inarrestabile eutanasia”. Il segretario della Cgil ha parlato oggi in occasione dell’assemblea regionale dei metalmeccanici. L’invito fatto alla presidente del consiglio servirebbe, secondo la Confederazione del Lavoro, potrebbe mostrare al Governo l’importanza che ha dover rimettere in moto le attività della Portovesme Srl. “E’ una realtà industriale che va assolutamente protetta – ha sottolineato Durante – tutelata e rilanciata, per fare in modo che diventi protagonista del processo di trasformazione in senso ecologicamente, ambientalmente ma anche socialmente sostenibile, delle produzioni industriali, nel Sulcis Iglesiente e nel Medio Campidano come in tutta la Sardegna e nel resto del Paese”. A presenziare all’assemblea che si è tenuta oggi, c’era anche il segretario generale della Federazione impiegati e operai, Michele De Palma, che ha ribadito anche lui l’importanza della Portovesme non solo per la Sardegna, ma anche per il Paese: “È impensabile che quelle produzioni, anche per la domanda sempre crescente, cessino di esistere. La ripartenza degli impianti è la condizione per parlare del futuro. Senza ripartenza degli impianti parliamo di dismissione e non di transizione».