I problemi legati alla sicurezza preoccupano Roma e in generale tutte le grandi città del nostro Paese. Un settore su cui si deve lavorare tanto, per garantire la tranquillità ai cittadini e ai milioni di turisti che ogni anno scelgono la capitale. C’è tanto da fare, e l’assessore alla sicurezza Luisa Regimenti, che lo scorso 12 marzo ha accettato l’incarico che gli ha affidato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, lo sa bene ed è pronta a rimboccarsi le maniche. In esclusiva a Tag24, l’onorevole di Forza Italia ha parlato di questi primi mesi di lavoro.
Assessore Regimenti, la sicurezza a Roma
I dati sulla sicurezza sono preoccupanti, in città si è tornato a sparare con una facilità imbarazzante. Parte da qui la disamina dell’Assessore alla sicurezza della Regione Lazio, Luisa Regimenti.
“La recente scia di delitti avvenuta nella Capitale è la dimostrazione che gli equilibri criminali sono in mutamento: le istituzioni ad ogni livello devono fare fronte comune per porre le forze dell’Ordine nelle migliori condizioni di operatività e la Giunta Rocca farà la sua parte in sinergia con il governo nazionale. Certamente – dice la politica – ci sono criticità su cui lavorare. Roma è al quinto posto a livello nazionale per numero di denunce, al terzo posto per i furti e al quarto per numero di rapine. In questa non invidiabile classifica, siamo ai vertici anche per il numero di denunce legate al commercio di sostanze stupefacenti strettamente legato all’attività delle organizzazioni criminali. A farne le spese è la cittadinanza con la percezione di insicurezza che chiaramente sta aumentando”.
Ed è proprio da questi aspetti che è partito il lavoro dell’assessore: “Una mia priorità sarà, in particolare, quella di tutelare le donne che oggi non si sentono sicure a frequentare la città di notte. Ancora pochi giorni fa a Termini due episodi gravi, con una ragazza che si è salvata per miracolo da una violenza. La parola chiave è ‘sicurezza integrata’. Dobbiamo sfruttare i progressi della tecnologia potenziando l’uso delle telecamere e della videosorveglianza a disposizione delle forze dell’Ordine, anche sul modello di altre realtà europee. E poi mappare le zone a rischio, come possono essere le aree in prossimità delle stazioni ferroviarie, le zone isolate, le fermate degli autobus. In quest’ottica, va incentivato un servizio di “taxi rosa”, che esiste anche in altre realtà italiane, che consenta alle donne di uscire in sicurezza nelle ore serali. Dovremo lavorare molto – aggiunge – insieme a sindaci e prefetti perché le sfide sono tante e nel Lazio non riguardano solo la Capitale”.
“Il nuovo Prefetto? Roma ne ha bisogno. Si sta lavorando per scegliere una figura di alto profilo che abbia competenze ed esperienza appropriata per gestire la sicurezza di una realtà complessa come quella della Capitale. Questa città avrà un Prefetto all’altezza della situazione”.
La candidatura ad Expo 2030
Intanto Roma pensa ad Expo2030, una manifestazione che potrebbe riqualificare la zona di Tor Vergata, dare lavoro e che rappresenterebbe un introito economico importante per le casse della città. “Prima ancora di Expo2030, che speriamo possa tenersi a Roma, c’è il Giubileo del 2025 che sarà un’altra grande prova per la Capitale. Credo – dice l’assessore – che la priorità sia intanto investire bene i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, uno strumento importante che ci ha dato l’Europa per modernizzare il nostro Paese”.
“Dal Next Generation Eu sono state destinate alla Regione oltre 17 miliardi di euro per oltre 40 interventi e c’è la scadenza del 31 dicembre 2026 da rispettare. È chiaro che l’imponente flusso di risorse potrebbe stimolare diversi interessi da parte delle organizzazioni mafiose la cui vocazione imprenditoriale si sta sempre più accentuando nel tempo. Dobbiamo cercare di prevenire questi fenomeni per non arrivare tardi: l’azione preventiva e anticipatoria può permettere di scongiurare le infiltrazioni e assicurare che le imprese che accedono ai fondi non siano infiltrate”.
L’Osservatorio su Legalità e Sicurezza
Intanto l’assessore porta avanti il progetto della riattivazione dell’Osservatorio su Legalità e Sicurezza. “Stiamo lavorando insieme al Presidente Rocca – ha sottolineato la Regimenti – per fornirgli gli strumenti per renderlo operativo. Vogliamo inserire nell’Osservatorio i massimi esperti in tema di sicurezza. È uno strumento essenziale perché consente di fare rete tra Istituzioni, forze dell’Ordine, sindacati, associazioni e imprese: è uno scambio di informazioni preziose per capire in che direzione stanno andando le mafie. Come ha evidenziato l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, nel Lazio si registra la contestuale presenza di tutte le tradizionali matrici mafiose e di locali formazioni criminali. Mafia significa sopraffazione e violenza cioè la negazione della democrazia: sul fenomeno mafioso non bisogna mai abbassare la guardia perché anche quando viene decapitato ha la capacità di rigenerarsi in qualsiasi momento”.
Le forze dell’ordine
Sempre attuale e acceso, sul tema sicurezza, il dibattito sul numero di agenti di forze dell’ordine. L’assessore Regimenti spiega: “Dal Governo è arrivato un segnale importante con la decisione di assumere oltre 2100 risorse tra Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Capitanerie di Porto e la Guardia Costiera. Si tratta di un’importante inversione di tendenza rispetto al passato”.
E il Lazio? “Noi dovremo lavorare per colmare la carenza di personale nei corpi di Polizia locale della Regione – ammette l’esponente di Forza Italia – e dovremo aprire un dialogo con comuni ed Enti locali per promuovere l’organizzazione di concorsi capaci di supplire alle carenze di personale. Il tema della carenza di personale delle forze dell’Ordine è reale e deriva da anni di sottovalutazione dell’importanza della quantità e della qualità delle forze di polizia. Meno forze dell’Ordine vuol dire uno Stato più lontano e cittadini più soli, specie nelle periferie dove i cittadini devono fare i conti con tanti problemi come disagio economico, carenza di servizi, degrado e povertà educativa, solo per citarne alcuni. Bisogna ripartire dalla sicurezza perché senza sicurezza non c’è libertà”.