Dieci giorni e un nuovo scafista sarà protagonista del processo per la strage dei migranti avvenuta nelle acque di Cutro dopo essere estato estradato dal paese in cui si trovava. L’autorità giudiziaria della Turchia ha dunque concesso l’estradizione in Italia di Gun Ufuk, uno dei presunti scafisti responsabili della morte di 94 persone nel naufragio.
Il tribunale di Crotone ha saputo la notizia proprio durante l’udienza per l’incidente probatorio, quando il pm di Graz (Austria) ha informato difesa, pm e giudice del tribunale di Crotone che era stata approvata la richiesta di estradizione. Non solo. In dieci giorni – giusto il tempo di perfezionare il tutto – Gun Ufuk potrebbe addirittura essere presente alle prossime udienze (in programma per il 4 e 12 maggio). Gli scafisti sono accusati di omicidio colposo, disastro colposo e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Cutro, scafista estradato dall’Austria: il racconto dei testimoni
Durante l’udienza per l’incidente probatorio, erano presenti sia gli indagati (Sami Fuat, turco, e Khalid Arslan, pakistano) che alcuni testimoni, sopravvissuti. Pasquale Festa, il pm, ha ascoltato tre pakistani scampati alla tragedia. Il primo, Khan Azif, ha confermato che sull’imbarcazione Arslan aveva girato un video-pubblicità, dove i migranti dovevano omaggiare gli ‘organizzatori’ del viaggio. E ha detto: “Ci chiedevano di dire che dovevamo essere i migranti di Alì Hassan, che eravamo sulla barca di Alì Hassan e che eravamo arrivati in Italia”.
Khan Azif ha quindi riconosciuto Gun Ufuk (il turco arrestato in Austria) come colui il quale conduceva la barca, mentre l’altro turco era invece nella cabina di pilotaggio. I scafisti pakistani invece avevano il compito di fare da interpreti ai migranti. I testimoni hanno anche confermato il cambio di barca avvenuto in mezzo al mare: dalla prima imbarcazione al caicco mortale. Sia Azif, che l’altro testimone (Ali Kheser) hanno confermato che sulla imbarcazione c’erano sia Ufuk che Fuat, non presenti nella prima barca.
Azif ha anche aggiunto che alla guida del caicco c’era un quinto scafista e potrebbe trattarsi o del siriano morto o dell’altro irreperibile. Gli scafisti, ha proseguito, si sono gettati in acqua prima del naufragio, aggrappandosi a salvagenti di fortuna fatti con le camere d’aria di alcuni pneumatici: “Il primo a lanciarsi è stato Ufuk e poi due dei quali non ci sono le foto”.