La questione delle sorti degli orsi JJ4 e MJ5 in Trentino arriva sul tavolo della Corte dei Conti: un’inchiesta sulla gestione dei plantigradi negli ultimi anni e sulle azioni adottate dalla Provincia verso gli orsi sarebbe stata aperta dall’organo di rilievo costituzionale. Lo riporta il Corriere del Trentino.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura ci sarebbe la possibilità di un danno erariale. L’orso, infatti, è considerato una specie protetta: si tratta di un mammifero che gode di tutele sia europee che nazionali. Per questo la sua uccisione potrebbe provocare un danno erariale. C’è un precedente che rafforzerebbe tale possibilità. Nel 2018, la caccia alle marmotte aveva provocato all’ex presidente altoatesino Luis Durnwalder ben 568mila euro di danni.
Per il momento si tratta solo di ipotesi, vista anche la pericolosità dei due esemplari, considerati rischiosi per la sicurezza pubblica.
Trentino, la vicenda degli orsi sul tavolo della Corte dei Conti: sui plantigradi possibile gestione errata
Per effettuare le sue valutazioni, l’organo dello Stato terrà conto di alcuni numeri in relazione alla problematica orsi. Secondo un rapporto intitolato Grandi Carnivori, pubblicato nel 2022, gli attacchi degli orsi al bestiame sono costati alle casse dello Stato più di 172mila euro. Un dato che tiene conto dell’uccisione di animali e dei danni all’agricoltura. A questa cifra vanno aggiunti i risarcimenti versati alle vittime di aggressioni.
Danno erariale, dunque, che oltre all’eventualità di un abbattimento riguarda anche una gestione sbagliata e una prevenzione errata o assente.
Intanto, oggi, la gestione degli orsi in Trentino è stata oggetto di un tavolo di confronto tecnico al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Durante i lavori sono emersi alcune possibilità per stabilire un piano strategico sulla gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici. Coinvolte nell’audizione anche le associazioni ambientaliste.
Sulla questione JJ4 si era espresso il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga. Questi aveva ammesso che non si assumerebbe a cuor leggero la responsabilità di lasciare libera l’orsa, responsabile della morte di Andrea Papi, vista la sua aggressività.