Urban Re-Tree di Stefano Converso è un progetto destinato a rivoluzionare il mondo del lavoro perché sposa una volta per tutte le nuove tecnologie con ilo valore, saldamente condiviso soprattutto dai giovani, di sforzarsi di riciclare i materiali invece di produrne di nuovi, con l’evidente e importante vantaggio di abbassare la soglia dell’inquinamento umano e dare al Pianeta Terra un un po’ di respiro. In caso consiste e come sviluppa lo ha spiegato l’architetto stesso, anche docente di Progettazione architettonica presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.
Urban Re-Tree di Stefano Converso, cos’è il legno urbano
“Si tratta di tutto quel legname che una città produce. Immaginate anche solo alle cicliche potature degli alberi a Roma. Vi siete mai chiesti dove vanno a finire tutti quei rami tagliati? A ben pensarci, diventano qualcosa da smaltire aumentando i costi sociali dell’inquinamento tra camion che si attivano per il trasporto e luoghi idonei per portare a termine l’operazione. Noi invece crediamo che tutto questo non debba avvenire. Usiamolo per creare altro: mobili, vestiti, oggetti di design.”
Urban Re-Tree di Stefano Converso, cos’è
“Questa iniziativa nasce dall’esigenza di donare una nuova vita al legno urbano e ai cartoni da imballaggio, oggi considerati dalla legge materiale di scarto e per questo non riciclabile, e quindi abbattere i costi sociali, ambientali ed economici derivanti dal loro conferimento in discarica. Solo a Roma, infatti, in un anno, il 30% dei rifiuti urbani è costituito dal legno e dai suoi derivati. Abbiamo, inoltre, l’obiettivo di mettere questi materiali a disposizione di associazioni focalizzate nel reinserimento nel mondo lavorativo di soggetti in condizioni di necessità, attraverso l’apprendimento di un mestiere e, nello stesso tempo, contribuire concretamente a diffondere nelle scuole una cultura della sostenibilità anche attraverso l’uso di nuove tecnologie.”
Sulla resistenza degli oggetti
“C’è il dubbio che una poltrona di legno urbano e cartone da imballaggio si rompa facilmente? Venite a trovarci in una qualsiasi fiera e vedrete che non è così. Lungi da me fare body shaming ma, solo per fare un esempio, una volta abbiamo fatto sedere due signori scettici al riguardo che erano piuttosto in carne. Non è successo nulla. Il divano sta là e quelle due persone si sono dovute ricredere.”
Sul coinvolgimento dei giovani
“E’ errato parlare di Urban Re-Tree di Stefano Converso. Io sono solo una delle menti ma soprattutto nel progetto sono coinvolti gli studenti di Architettura di Roma Tre. Abbiamo concentrato la nostra ricerca sul rapporto tra la cultura progettuale e le tecnologie emergenti per la produzione dei componenti architettonici su base digitale applicandola in diverse occasioni. Nell’ultimo tempo abbiamo voluto allargare questa ricerca allo spazio pubblico. Io ho mandato via dei ragazzi che in fase di esame non si erano presentati con materiali di riuso. Per me è davvero importante.”
Ecco il link del podcast dell’intera intervista all’arch. Stefano Converso sul progetto Urban Re-Tree:
https://www.radiocusanocampus.it/it/arch-stefano-converso-urban-retree
Ecco un paio d’oggetti creati secondo questa filosofia: