È stata recapitata in Vaticano alla madre di Emanuela e Pietro Orlandi, la misteriosa lettera postata nelle scorse ore sui social dall’uomo, che da anni si batte per la ricerca della verità sul caso della sorella, scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983 a Roma. Una storia che su di sé ha sempre attratto ombre e misteri e che, a quasi quarant’anni dai fatti, resta ancora irrisolta, come fosse il primo giorno. Spesso, negli anni, ha coinvolto personaggi di un certo calibro, tra cui anche diverse figure religiose, come papa Wojtyla. Su di lui si concentrerebbe ora la missiva, all’indomani di alcune dichiarazioni rilasciate da Pietro e dalla sua legale, l’avvocata Laura Sgrò.

Pietro Orlandi lettera: cosa dice la missiva recapitata in Vaticano

Caro Pietro, sei un bugiardo e lo sai! Quelle vergognose allusioni nei confronti di papa Wojtyla non te le ha riferite nessuno, te le sei inventate te, ma ti sei screditato da solo,

si legge nella lettera indirizzata a Pietro Orlandi, che l’uomo, nelle scorse ore, ha deciso di pubblicare sui suoi profili social. Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa nel corso di una puntata della trasmissione Dimartedì, andata in onda su La 7, proprio da Orlandi. Parlando con il conduttore, Giovanni Floris, l’uomo aveva infatti lanciato delle pesanti accuse sul Papa, affermando che – in base al contenuto di un audio rimandato ad un esponente della Banda della Magliana, un certo Marcello Neroni – Wojtyla fosse solito uscire la sera, insieme a due monsignori polacchi, non, di certo, “a benedire le case”.

Una dichiarazione pronunciata al termine di una più ampia riflessione sulla pedofilia negli ambienti ecclesiastici, che aveva scatenato non poche polemiche, spingendo Orlandi a scusarsi. Scuse che, evidentemente, non sarebbero bastate al mittente della lettera.

Ho sempre supportato la tua famiglia, ma seguire piste suggerite da mitomani e persone notoriamente inaffidabili ha complicato le cose. Il Vaticano è stato anche troppo paziente. Adesso ti ha concesso una nuova inchiesta, ma su quali basi si svolgerà? Con i soliti documenti falsi e sulla pista dei cardinali pedofili che di notte vanno a cercare le ragazzine assieme al Papa? Ti dovresti solo vergognare. Dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie,

prosegue infatti la missiva, mostrando di disapprovare quanto detto dall’uomo.

La reazione del fratello di Emanuela

Nel renderla pubblica, Pietro Orlandi ha deciso di commentare la lettera, puntando il dito contro chi l’ha scritta per la sua “stupidità”.

Chi l’ha lasciata (nella cassetta delle lettere, ndr) e presumo scritta voleva far credere che fosse stata spedita da altra città, quindi fuori dal Vaticano, perché si è anche preoccupato di mettere un francobollo,

si legge nel post. Tuttavia, sulla basta non ci sarebbero timbri, dunque sarebbe stata recapitata a mano. E il nome che riporterebbe alla fine, quello di un certo Luciano Dei, sarebbe falso.

Mi si può offendere come vogliono, non mi interessa, ma leggere ‘il Vaticano è stato anche troppo paziente…’ oppure ‘dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie…’ beh,

prosegue il fratello di Emanuela, a lasciar intendere che si tratta di “accuse” senza valore. Del resto, Orlandi è stato convocato per la prima volta in sede vaticana solo quest’anno, dal promotore di giustizia Alessandro Diddi, nell’ambito della riapertura dell’inchiesta della Santa Sede sulla sparizione della sorella. Per l’occasione avrebbe mostrato a Diddi i documenti acquisiti finora con la sua avvocata, inclusi i nomi dei testimoni che secondo loro andrebbero riascoltati perché informati dei fatti. La sua speranza è di riuscire finalmente a scoprire qualcosa. Fondamentale, in questo senso, sarà anche la Commissione d’inchiesta voluta dalla Camera per indagare sul caso e su quello di Mirella Gregori, l’adolescente scomparsa, sempre in Vaticano, poche settimane prima di Emanuela.