Un nuovo studio cinese, portato avanti dalla Zhejiang University, diffonde una bruttissima notizia per gli amanti delle patatine fritte, che sono miliardi nel mondo. Secondo i ricercatori, infatti, consumare cibi fritti, soprattutto patatine, fa aumentare ansia e depressione, soprattutto nei giovani maschi.
Lo studio è stato effettuato su un campione di 140.728 persone.
Questa nuova scoperta è particolarmente preoccupante in quanto le patatine fritte sono da sempre considerate uno dei cibi consolatori (comfort food) più popolari al mondo, utilizzati per alleviare lo stress e lenire i momenti di tristezza.
Scendiamo nei dettagli di questo nuovo studio, per valutare con attenzione i loro effetti sulla nostra mente e non solo sul nostro palato.
Cos’ha scoperto un nuovo studio cinese sulle patatine fritte?
Secondo questo studio recente, mangiare patatine fritte sarebbe direttamente proporzionale all’aumento dei casi di ansia e depressione, rispettivamente del 12% e del 7%, soprattutto nei giovani maschi.
Lo studio è stato portato avanti sui pesci zebra perché hanno un patrimonio genetico molto simile a quello umano; pensate che il 70% del loro genoma è del tutto simile a quello degli esseri umani.
I pesci sono stati sottoposti a lungo all’acrilamide, un contaminante alimentare che si sviluppa durante la cottura ad alte temperature, come la frittura.
Gli esperimenti hanno dimostrato che questa sostanza era in grado di alterare il metabolismo dei lipidi nel cervello dei pesci, importantissimo per tenere sotto controllo ansia e depressione.
Se fosse davvero così, sarebbe un dramma, visto che le patatine fritte sono uno dei cibi preferiti tra i comfort food, da miliardi di persone.
Uno studio precedente affermava che le patatine rendono felici
A volte gli studi che si susseguono dicono tutto e il contrario di tutto.
Tempo fa ricercatori statunitensi dimostrarono che le patatine fritte non sono così cattive come si dice. Certo non sono il massimo per la linea, ma fanno bene alla nostra anima. Lo studio, pubblicato sul Journal of the American College of Nutrition, afferma che le patatine fritte rendono più felici della pasta.
Nell’esperimento ai partecipanti allo studio sono state servite alternativamente pasta o polpette, inclusa un’insalata, all’ora di pranzo per cinque giorni. Come accompagnamento al piatto di carne, i soggetti potevano quindi scegliere tra patatine fritte, purè di patate e patate al forno.
Il risultato dello studio è interessante. Perché i partecipanti che hanno optato per le patatine fritte si sono saziati più velocemente ed erano più felici, con un umore sicuramente più alto.
Addirittura un altro studio di Harvard aveva osservato il connubio tra elevato consumo di carboidrati e depressione in 43.000 donne (senza storia precedente di depressione) tenute sotto controllo per un periodo di 12 anni.
Gli scienziati hanno dimostrato che chi consumava molta carne rossa, pasta, pane e patatine erano più inclini alla depressione. A differenza dei partecipanti allo studio, che consumavano molto olio d’oliva, caffè, vino e pesce. Le cause esatte sono ancora oggi oggetto di ricerca.
In conclusione, nonostante le patatine fritte siano un alimento apprezzato per il loro sapore, la nuova scoperta sul loro potenziale impatto negativo sulla salute mentale sottolinea la necessità di fare attenzione alla quantità e alla frequenza del loro consumo. Optare per alternative più salutari potrebbe aiutarci a godere di uno snack confortante, senza compromettere il nostro benessere mentale.
Ma dove sta la verità? In medio stat virtus, la verità sta nel mezzo; come in ogni cosa ci vuole equilibrio. Quindi patatine fritte sì, ma con moderazione.